Il Giappone userà un laser gigante per sparare alla spazzatura spaziale

EX-Fusion sviluppa laser da terra per eliminare detriti spaziali, offrendo soluzione innovativa al problema della congestione nello spazio.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Nel tentativo di affrontare il problema crescente dei detriti spaziali, la startup EX-Fusion, con sede a Osaka, ha presentato un progetto per lo sviluppo di un sistema laser basato a terra in grado di eliminare gli oggetti umani in disuso nell'orbita terrestre. Questo approccio innovativo potrebbe offrire una soluzione al crescente problema della congestione spaziale intorno al nostro pianeta.

I detriti spaziali, tra cui vecchi satelliti e stadi di razzi esauriti, rappresentano una seria minaccia per i veicoli spaziali operativi e per la Stazione Spaziale Internazionale a causa del rischio di collisione. Anche piccoli frammenti possono causare danni sostanziali quando entrano in collisione con satelliti e astronavi funzionanti. Con la crescente espansione globale delle attività spaziali, la necessità di tracciare e rimuovere i detriti spaziali più piccoli è diventata più critica.

La particolarità di EX-Fusion risiede nella sua strategia a terra, che utilizza una tecnologia laser inizialmente progettata per l'energia di fusione. In collaborazione con l'appaltatore australiano EOS Space Systems, noto per la sua esperienza nel rilevamento di detriti spaziali, EX-Fusion intende installare un potente sistema laser presso l'EOS Space Observatory vicino a Canberra.

La prima fase del progetto prevede la messa a punto di una tecnologia laser per tracciare i detriti spaziali di dimensioni inferiori a 10 cm. Tradizionalmente, è sempre stato difficile individuare questi detriti da terra. Nella fase successiva, EX-Fusion ed EOS Space prevedono di utilizzare fasci laser sparati dalla superficie per rimuovere attivamente i detriti spaziali.

Il metodo, unico nel suo genere, prevede il lancio di fasci laser intermittenti nella direzione opposta a quella di viaggio dei detriti per rallentarli. Questa riduzione della velocità di orbita ha lo scopo di guidare il detrito nell'atmosfera terrestre, dove brucerà. A differenza delle armi laser tradizionali che utilizzano il calore del fuoco continuo, il metodo di EX-Fusion impiega laser DPSS (diode-pumped solid-state), che sono pulsati per applicare una forza ai detriti in rapido movimento, come un freno.

James Bennett, vicepresidente esecutivo di EOS Space, ha sottolineato che i laser progettati per la rimozione dei detriti spaziali sono diversi dai laser per le armi. L'amministratore delegato di EX-Fusion, Kazuki Matsuo, ha sottolineato che, sebbene la potenza dei laser per la rimozione dei detriti spaziali sia significativamente inferiore a quella dei laser utilizzati per la fusione nucleare, entrambi condividono sfide tecniche come il controllo di precisione tramite specchi speciali.

Se da un lato l'iniziativa innovativa di EX-Fusion deve affrontare sfide di sviluppo legate alla precisione e alla potenza, dall'altro il suo approccio a terra offre il vantaggio di una maggiore facilità di miglioramento e manutenzione. La tecnologia potrebbe potenzialmente integrare i servizi di rimozione dei detriti esistenti forniti da altre aziende, come Astroscale, mostrando uno sforzo di collaborazione per affrontare il problema crescente dei detriti spaziali e garantire la sostenibilità delle attività spaziali.