Il polimero "a sfere" cambia colore se è danneggiato

L'Università dell'Illinois è al lavoro su un rivoluzionario rivestimento in polimeri che cambia colore in caso di danneggiamenti o piccole crepe, anche quelle che sfuggirebbero all'occhio umano.

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a cura di Pasquale Macrì

Anche la rottura del materiale più duro ha origine da una piccola e insignificante, magari invisibile crepa: ecco perché alcuni ricercatori americani hanno sviluppato un rivestimento in polimeri che reagisce a micro-crepe cambiando colore. Al verificarsi di una rottura, delle piccole sfere incastonate nel rivestimento si aprono, causando una reazione chimica che mette in risalto il danno attraverso un'intensa colorazione.

L'innovazione arriva dall'Università dell'Illinois e dal gruppo di ricerca dei professori Nancy Sottos e Scott White. "I polimeri sono suscettibili alle rotture, anche a quelle che sono più difficili da rilevare. Anche il danno più lieve può compromettere l'integrità e la funzionalità dei materiali in polimeri", afferma la professoressa Sottos.

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L'intensità del colore fuoriuscito sarà direttamente proporzionale all'entità del danno: rotture più profonde genereranno un rosso più vivo e abbondante rispetto ad una crepa più piccola. Questo sistema può funzionare su diverse tipologie di polimeri che rivestono i metalli, altri polimeri o vetro. Il team di ricerca precisa che le capsule contenenti il colore sono resistenti nel tempo, perciò non c'è il rischio di mancate aperture o rotture spontanee.

Rispetto a soluzioni analoghe questo sistema è sostenibile, nonché estremamente utile, nel campo aerospaziale, e la ricerca è già proiettata al futuro. Dopo aver trovato un modo per segnalare un danno altrimenti invisibile, l'obiettivo dei ricercatori è infatti quello di sviluppare un sistema che consenta al materiale di auto-ripararsi.