Il segmento flat TV è nella bufera

I listini scendono, la competizione è alle stelle, e adesso sono arrivati anche gli ottimi low-cost.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Negli Stati Uniti lo schermo piatto low-cost è diventato lo spauracchio del grandi marchi e la salvezza della classe media lavoratrice. Vizio è uno dei brand di riferimento, e basta dare un'occhiata al suo catalogo per comprendere che anche spendendo poco si può aver diritto a qualità di immagine, alta risoluzione e design. Il successo di quest'azienda californiana è senza precedenti. Che dire di uno splendido LCD da 47 pollici con supporto 1080p commercializzato a circa 1700 dollari, di un LCD da 32 pollici HDTV a circa 600 dollari?

La risposta è che forse questa scalata commerciale sta riducendo i margini di profitto della grande distribuzione e dei marchi più blasonati. La questione di fondo è piuttosto semplice. In tutti i mercati più importanti vi è in atto una battaglia all'ultimo listino stracciato: Sony, Samsung, Panasonic e tutti gli altri che contano sono in corsa per sostituire nelle case i vecchi CRT.  

Durante l'ultima U.S. Flat Panel Display Conference, tenutasi all'inizio della settimana, i guru del settore si sono trovati d’accordo con le considerazioni di Steven Colky, vice presidente del merchandising per la catena Ken Crane. "Ci sono troppo marchi sugli scaffali", ha dichiarato Colky. "E certamente le lamentele dei produttori e dei distributori non provocano compassione nei consumatori".

Qualcuno la definirebbe una "battaglia al massacro" se si considera che secondo DisplaySearch i prezzi delle TV a schermo piatto, in media, sono calati dallo scorso anno fra il 38% e il 75% - in relazione alle dimensioni. 

"Lo scorso autunno i controlli sono scomparsi e i retailer sono stati lasciati liberi di fare ciò che volevano", ha dichiarato Dave Workman, dirigente del marketing and merchandising di PRO Group. In pratica, Samsung, Sony, Panasonic, LG e Sharp hanno abbassato la guardia permettendo alla grande distribuzione di abbassare notevolmente i prezzi minimi di vendita. Il "nice price", alla fine, non solo ha ridotto i margini dei produttori ma anche delle catene commerciale che a breve saranno ridotte a chiudere alcune strutture.