ISS fotografata da Terra, si vede anche BEAM!

Il modulo gonfiabile BEAM è pronto per i test e si vede anche nelle foto astronomiche scattate da Terra: guardate qui.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il modulo pressurizzato BEAM montato sulla ISS si vede anche nelle foto astronomiche. Ecco per esempio un'immagine scattata dal nostro amico Alberto Mayer, un astrofilo di lunga data che da diverso tempo dà "la caccia" alla ISS, quando si mostra nei suoi passaggi notturni sui cieli della zona di Malpensa, da cui opera e ha già ottenuto molti buoni risultati.

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La foto scattata da Alberto Mayer

Da qualche tempo Alberto Mayer sta usando una montatura GM1000 HPS, una struttura di gestione computerizzata del telescopio in grado di seguire con grande accuratezza il moto dei satelliti artificiali, ISS compresa.

Questo non significa che sia automatico fare una ripresa della ISS, serve molta esperienza per arrivare a risultati soddisfacenti. Chi non può contare su quella perla di tecnologia (dal costo abbastanza elevato) ha a disposizione su Internet alcune varianti a buon mercato: Satellite Tracking, per esempio, è gratuito e permette a montature computerizzate per telescopi di cercare e inseguire satelliti anche se non sono provvisti della funzione dedicata. Per seguirla "a occhio", invece, basta scaricare una delle tante app disponibili per smartphone, come ISS detector.

Il telescopio usato per questa foto è un Celestron C11, un catadiottrico con schema Schmidt Cassegrain da 11 pollici di diametro con 2800 mm di focale che è stato portato a 5508 mm di focale. Era poi collegata una camera Imaging Source DMK31 in bianco e nero, a cui era innestato un filtro IR-Pass, per effettuare la ripresa nel vicino infrarosso. Il motivo di questa scelta è che nel vicino infrarosso si soffrono meno gli effetti della turbolenza atmosferica, ottenendo immagini più nitide.

beam inflation location

Nitide a tal punto da poter distinguere il nuovo modulo, appena gonfiato al di fuori della Stazione Spaziale, nella posizione che vedete anche nella foto qui sopra. Tenete conto che adesso che il modulo è completamente espanso ha una lunghezza di 4 metri e una larghezza di 3,2 metri, per un totale di 16 metri cubi di spazio vitale. Quello che è impressionante è che si riesca a vederlo da Terra durante il passaggio della ISS, che avviene a una velocità media di 27 600 km/h e ad un'orbita compresa fra 330 km e 435 km di altitudine.

In tutto la strumentazione usata per questa foto è tutt'altro che economica, stiamo parlando di oltre 10.000 euro di materiale, ma è possibile avere risultati di tutto rispetto anche sfruttando un budget più ridotto.

La scorsa settimana vi avevamo lasciato con le operazioni in sospeso a causa di un problema tecnico che non faceva espandere la superficie gonfiabile. Se vi siete persi gli aggiornamenti nel fine settimana, sabato 28 maggio l'astronauta Jeff Williams, con il supporto di NASA e Bigelow Aerospace è riuscito a portare a termine il lavoro. Nel video qui sotto trovate un time lapse dell'operazione.

Il biennio sperimentale partirà questa settimana, quando verranno aperti per la prima volta i portelli che mettono in comunicazione la ISS e BEAM. Sarà un test di fondamentale importanza per capire se i moduli gonfiabili siano adatti a ospitare astronauti durante missioni di lunga durata nello Spazio cislunare o attorno a Marte.

L'importanza di questi moduli gonfiabili è duplice: da una parte dovrebbero permettere di risparmiare sui costi del carburante al momento del lancio perché sono leggeri e compatti e si espandono una volta arrivati nello Spazio. Dall'altra potrebbero essere usati sia come soluzioni stabili sia per espandere stazioni già esistenti qualora occorresse più spazio.

Oltre al modulo di test in questione, Bigelow Aerospace sta studiando Sundancer, che potrebbe ospitare esseri umani in uno spazio abitabile di 180 metri cubi con un sistema di supporto vitale autonomo, e il suo successore di dimensioni maggiori (330 metri cubi).

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