Kodak in ginocchio, e si parla di sicura bancarotta

Kodak, secondo Wall Street Journal, sta per chiedere la procedura "Chapter 11", che è analoga all'amministrazione controllata. Ormai l'azienda è a terra soprattutto perché negli anni non è riuscita a individuare un business così remunerativo come quello delle storiche pellicole.

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a cura di Dario D'Elia

Kodak è a un passo dalla bancarotta, ma se riuscisse a vendere un po' dei suoi brevetti forse potrebbe rendere meno traumatica la triste procedura "Chapter 11" – di fatto l'amministrazione controllata. Insomma, sta per chiudersi un'epoca e certamente siamo di fronte all'epilogo di un'epopea che è iniziata 131 anni fa.

Kodak

Secondo Wall Street Journal e le sue fonti la procedura fallimentare è ormai questione di settimane. Sotto amministrazione controllata i conti continueranno a essere pagati ma sarà inevitabile la cessione di alcuni dei suoi più strategici brevetti – se ne contano complessivamente 1100. Da ricordare poi che è stata proprio l'azienda di Rochester (N.Y.) a inventare la fotocamera digitale nel 1975. Purtroppo un'intelligente intuizione che non è stata capitalizzata a dovere

Fondamentalmente non è riuscita a individuare un mercato sufficientemente remunerativo che sostituisse quello delle pellicole. Numerosi i tentativi tra gli anni '80 e i '90: dalle sostanze chimiche, ai detergenti da bagno fino ai dispostivi medicali. Senza contare le stampanti consumer e aziendali nell'ultimo periodo, fortemente volute dall'AD Antonio Perez – ex responsabile dell'area stampanti di Hewlett-Packard. 

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L'ultimo colpo all'immagine è poi giunto dalla decisione, nel 2011, di iniziare a mercanteggiare con i brevetti: tra denunce e accordi extra-giudiziali ecco l'ultima frontiera per fare cassa. Non abbastanza, a quanto pare, perché a settembre sono stati bruciati 160 milioni di dollari della linea di credito quando invece era stato detto agli investitori che gli affari stavano andando bene. E così il titolo è crollato e Wall Street ha fiutato il vento.

Oggi gli avvoltoi dei brevetti volano in circolo sugli uffici storici di Rochester. D'altronde il suo storico fondatore George Eastman nel 1932 si suicidò lasciando un lapidario bigliettino: "Ai miei amici: il mio lavoro è compiuto. Perché attendere?".