La Cina inizia a riconoscere la proprietà intellettuale

Secondo il vice presidente della Camera di Commercio italiana in Cina il diritto di copyright inizia a essere rispettato. Le prime sentenze favorevoli agli stranieri sono incoraggianti. L'unico limite è che bisogna sottoporre prove documentali inconfutabili.

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a cura di Dario D'Elia

La Cina inizia finalmente a riconoscere la proprietà intellettuale delle aziende straniere, in special modo il diritto di copyright. Lo sostiene Claudio D'Agostino, vice presidente della Camera di Commercio italiana in Cina. "Da qualche tempo la situazione è cambiata. Oggi, producendo una documentazione che provi inconfutabilmente la titolarità del copyright, anche un'azienda straniera può far valere le proprie ragioni in qualsiasi tribunale cinese", ha spiegato al Sole 24 Ore.

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Insomma, pare volgere al termine la stagione del laissez faire: oggi andare in tribunale per far valere i propri diritti non è più una perdita di denaro e tempo. Violazioni dei diritti d'ingegno su dispositivi o oggetti sono finalmente perseguiti. Nel caso in cui si tratti di prodotti legati a mercati non-strategici si rischia persino l'equità di giudizio.

È il caso ad esempio di una recente sentenza che ha visto protagonista l'italiana Bonaveri, specializzata nella progettazione di manichini destinati al mondo della moda. Erano stati copiati dalla Shanghai Chunfa Mannequins e distribuiti nelle più importanti boutique cinesi. Ebbene, il giudice dopo aver analizzato le evidenze documentali fornite dalla Bonaveri ha condannato l'azienda cinese a distruggere i suoi manichini, gli stampi e al risarcimento di 10mila yuan (1200 euro) per violazione di copyright.

"Nonostante il valore simbolico della sanzione, si tratta di una sentenza molto importante perché il giudice ha fatto valere chiaramente il diritto di copyright di una società straniera, e perché ha imposto l'inversione dell'onere della prova sul contraffattore", ha spiegato l'avvocato Pisacane. "L'altro aspetto interessante sotto il profilo giuridico cinese è che la Corte ha riconosciuto il valore dell'attività di ricerca e sviluppo svolta da Bonaveri per realizzare il suo manichino".