La tassa su Google si farà nel 2013: Hollande ha già deciso

Hollande e Eric Schmidt si sono incontrati ieri per discutere della Google Tax. Secondo indiscrezioni è solo questione di tempo poiché nel 2013 il Parlamento francese voterà la norma.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La Google Tax ieri è stata protagonista indiscussa all'Eliseo in un incontro storico tra il presidente francese Francois Hollande e il numero uno di Google, Eric Schmidt. Gli editori francesi (in verità anche italiani e tedeschi) spingono da tempo per il riconoscimento di uno specifico diritto d'autore connesso alle attività di indicizzazione effettuate dai motori di ricerca.

Al centro della questione i profitti milionari che Google e gli altri over-the-top generano grazie ai contenuti editoriali altrui. La nota curiosa è che l'industria editoriale denuncia la mancanza di una contropartita, mentre il colosso di Mountain View ricorda che sono audience e click a portare i soldi della pubblicità. In ogni caso tutti sanno bene che è Google ad avere la carta vincente in mano: senza l'indicizzazione tutti i grandi quotidiani sono destinati ad andare a zampe all'aria. E non esiste servizio premium che tenga per far quadrare i bilanci.

 Schmidt versus Hollande 

Hollande sembrerebbe essere comunque favorevole a una tassa su Google. La conferma è giunta in questi giorni grazie a un'indiscrezione proveniente dall'entourage del presidente captata da Le Figaro. "Ci ha detto che appoggerà un testo di legge da gennaio 2013", ha rivelato la fonte. La trattativa comunque potrebbe durare fino alla fine dell'anno, anche perché Fleur Pellerin, ministro delegato per l'Innovazione, spinge per una soluzione "pacifica" del problema.

"Il presidente della Repubblica ha detto al suo interlocutore che lo sviluppo dell'economia digitale necessita un adattamento della fiscalità in modo da conciliare meglio la condivisione del valore aggiunto e il finanziamento della creazione di contenuti su ogni territorio", si legge nella nota diffusa dall'Eliseo.

Già, perché se da una parte c'è il problema del compenso degli editori, dall'altra è evidente che la gestione fiscale (creativa) attuata dai colossi statunitensi in Europa non è più tollerabile. Ovviamente Google e gli altri rispettano le leggi comunitarie. È solo giunto il momento di cambiarle.