Le lampadine a LED che la maggior parte di noi sta montando nelle proprie abitazioni sono meno luminose di quanto dicano i produttori, con differenze che possono raggiungere anche il 10% e non stiamo parlando solo di brand secondari o poco affidabili ma di prodotti realizzati da Philips, Osram e General Electric.
Il dato è emerso addirittura da un'indagine della Commissione Europea, secondo cui molti produttori approfitterebbero di una norma che consente legalmente tale margine di tolleranza nei test di laboratorio, per ovviare a imprecisioni nella misurazione.
Il problema è che la norma e non era stata concepita per le aziende ma per essere utilizzata solo per i test ufficiali, al fine di valutare la rispondenza dei prodotti agli standard minimi di rendimento energetico e alle regole sull'etichettatura energetica. Inoltre questo tipo di imprecisioni nelle misurazioni sono oggi praticamente assenti e comunque certamente infinitesimali e non pari addirittura al 10%.
Su queste basi associazioni ambientaliste e di consumatori avevano fatto pressione sull'Unione Europea affinché intervenisse. Purtroppo invece, lo scorso aprile, è arrivata a larghissima maggioranza l'autorizzazione formale da parte della UE per i produttori a continuare con tale pratica.
A farne le spese siamo ovviamente noi consumatori, costretti ad aumentare il numero delle lampadine o la loro potenza per ottenere un buon livello di illuminazione, e di conseguenza l'ambiente, visto che i consumi in questo modo scendono meno di quanto dovrebbero.

Se le notizie sulle lampadine a LED non sono confortanti, più positive sono invece quelle che riguardano i faretti alogeni. Grazie all'entrata in vigore delle nuove normative europee sull'efficienza energetica, dal primo settembre tutti i faretti alogeni al di sotto della classe B non saranno più prodotti. I negozianti potranno continuare a venderli fino ad esaurimento scorte, ma non effettueranno nuovi ordini.
Si tratta di un'ottima notizia visto che tali prodotti erano ancora molto diffusi. Secondo le stime di GfK infatti nel 2013 nei 28 paesi dell'Unione Europea ne sono stati venduti 155 milioni, su un totale di 772 milioni di lampadine. Purtroppo invece si sono allungati i tempi per la messa al bando delle lampadine alogene a bulbo di classe C e D. A causa proprio del voto decisivo dei nostri rappresentanti europei infatti questo tipo di lampadine potrà rimanere ancora in produzione fino al 2018. Uno scherzetto che costerà ai contribuenti ben 6,6 miliardi di euro in più sulle bollette.