Lavoro USA, -6% in cinque anni per colpa delle macchine?

Prima saranno i servizi al consumatore, sostituiti da assistenti digitali onniscienti e onnipotenti. Poi saranno i trasporti di merci, di cui si occuperanno furgoni e camion senza autista. Poi saranno i taxi e infine tutti gli altri. L'analisi di Forrester Research.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Entro il 2021 le macchine avranno cancellato il 6% dei posti di lavoro statunitensi. Ad affermarlo è Forrester Research, specificando che i primi posti colpiti da una nuova ondata di automazione saranno nel settore dell'assistenza ai clienti, e successivamente i conduttori di taxi e mezzi per il trasporto di merci, dai furgoni ai camion. Il nuovo studio va a correggere parzialmente uno precedente, secondo il quale si sarebbe perso il 7% dei posti di lavoro entro il 2025.

Depositphotos 7918502 l 2015
Foto: FlashDevelop / Depositphotos

Non è certo la prima volta che una società di analisi enfatizza questo possibile futuro, anzi la questione è dibattuta ogni giorno e sono molti quelli che cercano di dare il proprio contributo. Questa nuova analisi di Forrester tuttavia cerca di essere più precisa, indicando alcuni dei lavori che prima degli altri saranno colpiti.

Leggi anche: Robot lavoratori, uomini disoccupati: chi comprerà?

"Entro il 2021 si metterà in moto un'onda dirompente. Le soluzioni basate su AI o tecnologie cognitive sposteranno posti di lavoro, e l'impatto maggiore si avrà sui trasporti, la logistica, i servizi per i consumatori", scrive infatti Brian Hopkins di Forrester riprendendo un concetto che in molti descrivono come la quarta rivoluzione industriale.

Se è relativamente facile immaginare come le AI potranno presto sostituirsi alle persone nei call center, Hopkins in effetti ha in mente uno scenario più complesso. Il punto di partenza sono gli odierni assistenti che già usiamo quali Siri, Google Now, Cortana o Alexa. In pochissimi anni la loro potenza e capacità di prevedere i nostri bisogni diventerà determinante. Conosceranno tutto di noi e delle nostre vite, e saranno loro la prima voce a cui chiederemo supporto - che si tratti di cercare un nuovo paio di scarpe o di cambiare conto corrente.

Leggi anche: I robot ci ruberanno il lavoro, che paghino i contributi

Anzi, Hopkins crede che a giocare un ruolo fondamentale sarà la loro capacità di prevedere i nostri bisogni. Descrive anche un piccolo scenario esemplificativo: "suona il campanello, è la consegna di un nuovo paio di scarpe da ginnastica della taglia, colore e stile giusti. Proprio quelle che ti servivano per sostituire quelle vecchie. Ed ecco il dettaglio importante: non le hai ordinate tu. Lo ha fatto il tuo agente intelligente". Se Cortana o Siri potranno fare tutto questo, difficilmente avremo bisogno di un altro essere umano per fare qualcosa.

Depositphotos 5269815 l 2015
Foto: Sarah5 / Depositophotos

Guardando ai trasporti, le operazioni di Google, Uber, Amazon, Tesla e altri sono chiaramente orientate a mettere su strada veicoli che possano muovere merci e persone senza bisogno di un autista umano. Quasi tutte le aziende del settore automotive sono convinte che presto nessuno possederà più un'auto propria, e si stanno organizzando.

Leggi anche: I robot ci ruberanno il lavoro, speriamo ci paghino la pensione

In ogni caso, il 6% di tutti i lavori statunitensi resta una cifra enorme. Almeno in parte nasceranno nuovi posti di lavoro, ovviamente, ma "la possibilità di trovare facilmente un nuovo lavoro diminuirà", aggiunge Andy Stern (ex presidente di Service Employees International Union, un sindacato). Anzi secondo lui il fenomeno riguarderà anche altri settori quali quello bancario, la vendita al dettaglio e la salute.

Leggi anche: I robot ci ruberanno il lavoro ma ci ridaranno la vita

Insomma è un nuovo segnale che dovremmo prendere molto seriamente. Perché la società che abbiamo costruito funziona solo se una percentuale significativa della popolazione ha un reddito adeguato. Se i disoccupati sono troppi tutto crolla come un castello di carte. È una realtà che nessuno nega, ma ci sono almeno due grandi linee di pensiero riguardo alle possibili risposte.

Da una parte c'è chi ritiene che il sistema si possa "autocurare", quindi che nasceranno nuovi posti di lavoro a compensare quelli nuovi e che tutto continuerà a funzionare più o meno come sempre. È un pensiero che ci porterebbe a non intervenire in alcun modo, confidando nei poteri intrinsechi del Sistema Economico.

Depositphotos 8265106 l 2015
Foto: AlienCat / Depositphotos

All'altro estremo c'è chi ritiene doveroso trovare il modo di inserire nelle economie moderne il concetto di reddito di cittadinanza, proprio in virtù del fatto che in un futuro non remoto la maggior parte di noi non avrà niente da fare - argomento che la prestigiosa rivista Internazionale ha messo in copertina lo scorso 26 agosto. Tra le due posizioni, poi, ce ne sono diverse che cercano di mediare tra un punto di vista e l'altro.

Si discute un sacco ma non nelle sedi giuste però: secondo Sterne infatti la politica non sta prendendo con la dovuta serietà le sfide poste dalla nuova automazione. Un'affermazione che è difficile controbattere, proprio perché la classe politica preferisce parlare sempre del presente o di un futuro a brevissimo termine - semplicemente perché le azioni di prevenzione non danno ritorno elettorale, e questo è un po' anche colpa di noi elettori.

Alcuni, forse molti ritengono che queste previsioni siano semplicemente eccessive, e che siamo ancora ben lontani dal realizzare macchine con tali capacità. A tal proposito, è importante capire che questa nuova rivoluzione non passa necessariamente dalla nascita di una Superintelligenza Artificiale, alla quale mancano ancora (come minimo) alcuni decenni o anche più di un secolo. No, per sconvolgere il sistema economico come lo conosciamo bastano macchine che siano appena più sveglie di quelle che abbiamo oggi - ed è un obiettivo che raggiungeremo molto presto.