Usare qualsiasi fonte di luce per trasmettere e ricevere dati. Questo è l'obiettivo della ricerca che stanno svolgendo Martin Dawson e Harald Haas dell'Università di Srathclyde (Scozia), grazie alla quale potenzialmente si potrebbero usare televisori, schermi, lampade a LED, cartelli e in generale qualsiasi cosa contenga dei LED come una sorta di hot-spot Wi-Fi.
Il progetto prende il nome di LiFi (Light Fidelity), e prevede l'uso di luce nell'onda del visibile per la trasmissione di dati. In teoria basta un LED (una lampada da soffitto per esempio), e uno smartphone con un sensore adatto per rendere possibile la comunicazione. Un'idea semplice, che potenzialmente può arrivare a velocità pari a un gigabit al secondo.
Uno degli obiettivi pratici da raggiungere è la realizzazione di LED più piccoli rispetto a quelli attuali: i ricercatori puntano alla misura di un micrometro, circa mille volte meno dei più piccoli LED attualmente in circolazione. Questi microscopici punti luminosi, inoltre, possono funzionare a frequenze superiori rispetto a quelli attuali, sempre di circa mille volte, e quindi offrire trasferimenti più veloci.
Le possibili applicazioni di questa tecnologia sono numerose: tutti noi in casa e al lavoro apprezzeremmo liberarci dei router è limitarci a usare le lampade o i televisori, ma non è da escludere l'uso di LiFi su autobus e treni, o sulle strade. Che dire di una città dove ogni lampione, ogni insegna, ogni schermo è anche un punto di accesso alla Rete? Potenzialmente potremmo mettere fine ai problemi di copertura nelle città.
In ogni caso, non è la prima volta che si prende in considerazione questo approccio. Solo recentemente infatti abbiamo parlato di una ricerca Fujitsu che sfrutta la stessa idea per trasferire dati tra PC e smartphone, e anche Google è al lavoro su un progetto simile. Senza dimenticare poi il fatto che c'è un altro tipo di ricerche che punta a usare puntatori laser economici per arrivare a 1 Gbps, e se si tira in ballo la tecnologia quantistica si può arrivare a ben 25 Gbps.
Infine ma non ultimo, ricordiamo che già un paio di anni fa parlammo di un'altra ricerca che prevedeva di usare i comuni sistemi di illuminazione a LED nello stesso modo che oggi propongono Dawson e Haas. Tante ricerche grazie alle quali possiamo dare ormai per certo che tra qualche anno avremo un'alternativa all'uso delle onde radio, con migliori prestazioni e con meno problemi di copertura e stabilità. Noi non vediamo l'ora, e voi?