Le azioni Microsoft volano in Borsa, portando per la prima volta l'azienda fondata da Bill gates nel cosiddetto Club del Trilione, formato cioè da quelle società che sono riuscite a superare una capitalizzazione di mercato del valore di mille miliardi di dollari. Operazione fino ad ora riuscita unicamente ad Apple e Amazon.
Il merito dell'entusiasmo degli investitori, che hanno fatto esordire il titolo in Borsa con un rialzo superiore al 5% e nell'ultimo anno hanno comunque fatto crescere il valore delle azioni del 41%, va sicuramente alla "cura Nadella", come dimostrano i risultati dell'ultima trimestrale del colosso.
Il cloud computing è sicuramente il traino principale di questa tendenza, ma tutte le divisioni aziendali hanno fatto segnare una crescita importante, da Office a Windows, passando per i Surface. Scendendo più nel dettaglio scopriamo che i primi tre mesi di quest'anno hanno fatto segnare ricavi in crescita del 14,6% anno su anno, per un totale di 30,6 miliardi di dollari, mentre l'utile netto ha raggiunto quota 8,8 miliardi di dollari.
In particolare il cloud ha fatto segnare entrate per 9,7 miliardi di dollari, (+22%) e utili operativi netti di 3,2 miliardi di dollari (+21%). In particolare la piattaforma Azure è cresciuta del 73% , trovando nuovi clienti in particolare nel settore retail dove ora insidia il leader del settore, Amazon.
Bene anche la divisione produttività Microsoft (Office, Exchange, SharePoint, Skype, Dynamics e LinkedIn), che ha fatto segnare una crescita sia per i ricavi (+14% con 10,2 miliardi di dollari) che per l'utile operativo (4 miliardi di dollari, pari a un più 28%) e quella Personal Computing con ricavi a 10,7 miliardi di dollari e una crescita dell'8% e un utile operativo di 3,2 miliardi di dollari (+25%). Qui bisogna rimarcare che a essere cresciuti sono soprattutto i ricavi di WindowsOEM, aumentati del 15%. Solide infine come sempre le crescite della divisione Surface (1,3 miliardi di dollari, +21%) e gaming (2,4 miliardi di dollari, + 5%), con una crescita dei ricavi del 12% soprattutto da parte di software e servizi, che compensa largamente una diminuzione delle entrate generate dalla componente hardware.