Movimento 5 Stelle chiede lo scorporo Telecom Italia

M5S propone una mozione per lo scorporo di Telecom Italia. Il progetto appare di difficile attuazione.

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a cura di Dario D'Elia

Il Movimento 5 Stelle vuole lo scorporo della rete Telecom Italia. Ieri alla Camera è stata illustrata una mozione a firma Paolo Nicolò Romano (M5S) che ha l'obiettivo di separare l'infrastruttura in rame e fibra da Telecom Italia "affidandone la gestione a una public company".

Il progetto sulla carta è interessante e da anni oggetto di dibattito fra gli addetti ai lavori. Resta solo un piccolo nodo: Telecom Italia è una società per azioni - non azienda pubblica, e fino a prova contraria il Governo italiano non ha voce in capitolo sui suoi asset.

È vero che Cassa Depositi e Prestiti è in trattativa da tempo con l'azienda per esplorare la possibilità dello scorporo, ma questa è un'opzione strategica che non può essere imposta esternamente. Per altro l'anno scorso l'ex monopolista, ai tempi della gestione Bernabè, aveva anche illustrato nei dettagli come sarebbe potuta essere la NewCo.

Scorporiamo?

"Sollecitate dall'arrivo della nostra mozione Telecom Italia in Aula, anche diverse forze politiche si stanno muovendo e presentano loro proposte. All'appello però manca il Pd: forse non vuole uscire allo scoperto perché aspetta che sia il governo a muoversi, dettandogli la linea?", commenta Paolo Nicolò Romano.

Proprio pochi giorni fa l'Agcom e l'Autorità garante hanno confermato, a seguito di un'indagine, che è necessaria la definizione di un Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Un piano per definire aree di intervento, sburocratizzare l'azione dei decisori e pianificare tutto con precisione.

Sarebbe utile, a loro parere, anche la nascita di un operatore di rete "puro" non verticalmente integrato nella fornitura di servizi agli utenti finali. Appunto, un'eventuale NewCo figlia dello scorporo Telecom Italia.

"Uno scenario di assai difficile realizzazione concreta", puntualizzano AGCOM e AGCM. "Un eventuale scenario alternativo, in cui la struttura di mercato venisse a riorganizzarsi solo sulla figura dell’operatore dominante verticalmente integrato, implicherebbe uno scrutinio particolarmente attento sia sotto il profilo antitrust, sia in relazione alla sua disciplina regolamentare".

Terza opzione percorribile è quella in cui più operatori costituiscono una joint venture. "Se quest'ultima opzione venisse realizzata in modo da non restringere ingiustificatamente gli spazi per il confronto concorrenziale, potrebbe essere considerata come soluzione di second best dal punto di vista concorrenziale, ma con il merito di accelerare i processi di investimento nelle reti di nuova generazione", concludono i garanti.