P2P: dal caso Peppermint a quello Techland?

Il peer to peer sotto assedio: dal caso Peppermint nascerà il caso Techland?

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a cura di Manolo De Agostini

Il caso peer to peer Peppermint non rischia di cadere nel dimenticatoio, ma di diventare il primo di una possibile serie: secondo Altroconsumo, un'azienda polacca del settore dei videogiochi (Techland) avrebbe chiesto al tribunale di Roma di poter ottenere gli IP di alcuni utenti Tiscali e Wind.

Ricordiamo per i più curiosi che Techland è la sviluppatrice di alcuni giochi, tra cui Call of Juarez. 

L'immagine “http://www.tomshw.it/articles/20070206/pirates_c.png” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

L'associazione dei consumatori riporta:

Proprio in questi giorni, infatti, ci sarebbero almeno altri due procedimenti cautelari in corso a Roma contro Tiscali e Wind Infostrada, questa volta attivati da una società polacca che opera nel settore dei videogiochi; i legali della stessa società ci avevano già provato poco tempo fa in Francia suscitando anche in quella occasione il disappunto dell'Ordine degli Avvocati e il conseguente avvio di un'indagine per verificare possibili violazioni del codice deontologico (cosa che ci auguriamo, appunto, accada anche da noi). Lo schema, comunque, resterebbe lo stesso utilizzato nella vicenda Peppermint, ovvero l'utilizzo del software della Logistep (ancora lei) per rintracciare gli indirizzi IP dei presunti "pirati" e il ricorso al tribunale di Roma per obbligare i provider a fornire i dati fisici abbinati agli IP. Proprio su questi due procedimenti ancora in corso pare, però, voglia finalmente intervenire il Garante per la Privacy, così come annunciato in un suo recente comunicato".

La discesa in campo del Garante della privacy e gli occhi puntati dell'opinione pubblica saranno un sicuro deterrente per quello che pare un procedimento tutt'altro che cristallino. Restate sintonizzati per eventuali dettagli sulla vicenda.

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