Perché non dovete condividere il green pass sui social

Vi spieghiamo perché non dovete condividere il green pass sui social. I vostri dati sensibili e personali sarebbero a rischio!

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Avete ottenuto il Green Pass e con esso la tanto agognata libertà di movimento in (quasi) tutto il territorio europeo. Potete finalmente viaggiare e volete ostentare sui social l’avvenuto rilascio del Green pass? Non fatelo! Potrebbe essere molto pericoloso e sulla questione interviene il Garante della Privacy.

Il mese di luglio di quest’anno verrà ricordato per il rilascio graduale del Green Pass, ovvero quella certificazione che permette a quei cittadini europei che sono vaccinati contro il COVID-19, oppure ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico o guariti da COVID-19 di potersi muovere liberamente in tutti i Paesi dell'Unione europea e dell’area Schengen. Inoltre, la “certificazione verde” COVID-19 potrà essere richiesta per partecipare a eventi pubblici, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in "zona rossa" o "zona arancione".

Ma evitate di condividere il Green pass sui social.

Non mostrate il Green Pass sui social network!

Nelle ultime ore hanno fatto il giro del mondo immagini private dei Green Pass ottenuti e dei loro QR-Code, con la complicità dei più noti social network, cme Facebook, Instragram, Twitter e Tik Tok.

È proprio il Garante della Privacy a lanciare l’allarme: “È una pessima idea – è stato ribadito in una nota – è pericoloso condividere sui social i qr-code dei Green pass. Quel QR-code è una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri. Chi siamo, se e quando ci siamo vaccinati, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e tanto di più”.

Infatti, avendo pubblicamente libero accesso alla visione del QR-Code di un privato, attraverso un banalissimo post sui social, per un malintenzionato sarà altrettanto semplice e banale avere accesso a tutte le informazioni dell’utente che lo ha condiviso, semplicemente scansionandolo col proprio smartphone.

Le informazioni contenute nel QR-Code sono di tipo sensibile e anche piuttosto dettagliate. Per esempio, è possibile scoprire le patologie incompatibili con la vaccinazione della persona o se è contraria al vaccino, senza contare l’utilizzo improprio per la profilazione commerciale fino a quello fraudolento (date un'occhiata ai consigli di Revolut per evitare le frodi nel nostro articolo), o addirittura facilitare la circolazione di QR-Code falsi, eludendo la circolazione sicura e protetta delle persone.

Quando va esibito il QR-code del Green Pass?

Secondo quanto dichiarato dal Garante della Privacy, “il QR-code del Green Pass deve essere esibito solo alle forze dell’ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l’esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l’esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l’apposita APP di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o non abbiamo il green pass e non anche tutte le altre informazioni e, soprattutto, non conservi nulla”.

Quindi siate prudenti e responsabili!