Piano strategico TIM 2019-2021: "tutte le opzioni sono aperte" per diventare una "società normale"

Ieri il CdM di TIM ha approvato il piano strategico TIM 2019-2021. Tanti obiettivi e sfide, fra cui quello di raggiungere gli obiettivi promessi e trovare una soluzione alla questione Rete.

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a cura di Dario D'Elia

Il piano strategico TIM 2019-2021, approvato ieri dal Consiglio di Amministrazione, sotto il profilo strategico punta sulla riduzione del debito, razionalizzazione dell'organizzazione, condivisione dell'infrastruttura mobile con Vodafone e soprattutto possibilità di collaborazione con Open Fiber. In sintesi, discontinuità con il passato e focalizzazione sull'"Execution" come elemento chiave della trasformazione organica di TIM. E per Execution si intende "semplicemente" raggiungere gli obiettivi aziendali.

Non sono stati diffusi ancora troppi elementi, ma sul piano finanziario lo scenario è chiaro. Per il 2019 si prevede una leggera riduzione dei ricavi, a fronte di una crescita nel 2020 e nel 2021. Lo stesso dicasi per il margine operativo lordo.

I primi dettagli sull'accordo di rete (mobile) con Vodafone sono stati svelati ieri. Mentre sul fronte Open Fiber, TIM è convinta che la creazione di una rete unica possa creare valore. Per questa ragione ha aperto "un tavolo di confronto con Open Fiber per esplorare tutte le opzioni possibili, inclusa una completa combinazione societaria".

L'AD Gubitosi recentemente ha confermato al Financial Times che l'obiettivo è di fare di TIM una "società normale" in grado di eseguire i piani e pagare i dividendi. L'eventuale separazione della rete e cessione del controllo sarà analizzata sulla base di fatti e cifre. "Dovete convincermi del perché è meglio non avere" la rete, ha ribadito. "Tutte le opzioni sono aperte".

Prosegue nel frattempo il lavoro con i propri advisor finanziari "per esplorare l’opportunità di una rete unica e massimizzare il valore dell’infrastruttura di rete fissa di TIM". L'azienda sostiene che la "convergenza delle due reti porterebbe vantaggi a tutti gli stakeholders: le aziende coinvolte, il mercato, gli azionisti e il paese intero, che beneficerebbe di un’infrastruttura veloce e all’avanguardia".

Un'apertura senza precedenti rispetto alla passata gestione, ma prevedibile considerate le ultime dichiarazioni di tutte le parti coinvolte. Permangono invece le incertezze legate alla corporate governance, che saranno affrontate durante la prossima assemblea del 29 marzo quando l'azionista di maggioranza Vivendi e la cordata capitanata dal Fondo Elliott arriveranno alla resa dei conti. Per altro, indiscrezioni stampa confermerebbero la prossima salita di Cassa Depositi e Prestiti a quota 10% - o poco meno – dall'attuale 5%. Insomma, il convitato di pietra sarà il Governo.