Il CeBIT come l'Inter: essere numero uno non fa più notizia

Oltre 6000 espositori e quasi mezzo milioni di visitatori, se questi sono segni della decadenza, date all'Italia una fiera in declino come il CeBIT di Hannover!

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Il CeBIT come l'Inter: essere numero uno non fa più notizia

Alcuni colleghi, oltre a non vedere niente di nuovo perché, come me, drogati da eccesso di informazione, sottolineavano come il CeBIT stesse perdendo colpi. Tra questi anche i nostri amici di THG Germania.

Ma come? Noi eravamo in quattro a Hannover e, in tre giorni, non siamo riusciti a vedere nemmeno la metà della metà di quanto ci eravamo prefissati.

Quando ho detto ai colleghi tedeschi "se pensate che il CeBIT sia piccolo, venite allo SMAU, che si gira in mezz'ora", si sono quasi convinti che forse erano stati un attimo troppo critici con la propria fiera.

Del resto disquisire sul rimpicciolimento di una fiera che, per girarla tutta, non basta una settimana, è utile come una conferenza sul sesso degli angeli.

Se oltre 6.000 espositori e quasi mezzo milione di visitatori sono segni di declino, dateci una fiera in declino per l'Italia!

Il CeBIT è come l'Inter.

Per usare una metafora calcistica, quando leggevo congetture sul declino del CeBIT mi sembrava di sentire certi tifosi dell'Inter, che discutono di come quest'anno la squadra non produca un gran gioco e abbia bisogno di rinforzi a centrocampo. In effetti solo 18 punti di distacco sulla seconda in classifica e lo scudetto già in tasca da settimane sono un po' pochi, management e tifo fanno bene a preoccuparsi, non trovate?

Insomma, il CeBIT di Hannover è come l'Inter di quest'anno. È in prima posizione tra gli eventi ICT "dall'inizio del campionato", quindi è venuto a noia e bisogna trovargli per forza dei difetti. Dal canto nostro speriamo che la maggiore fiera ICT europea resti forte e prospera, perché altrimenti il Vecchio Continente rischia di diventare il Continente Obsoleto.

Il mio giudizio personale sul CeBIT 2007 è più che buono. Una fiera con un'organizzazione perfetta e un numero enorme di visitatori, in una città però che non ha le strutture per ospitare un evento così grande. Le novità come anticipato sono un fattore soggettivo: nell'era di Internet la fiera è una sorta di bancarella gigante, dove vedere e toccare con mano tutta la parafernalia informatica ed elettronica. Nessuno aspetta più una fiera per lanciare un prodotto, oggi i lanci si fanno su Internet.

Ultimo tormentone che non posso non affrontare: l'IFA. La concorrenza interna della fiera d'elettronica di consumo di Berlino non può che far bene al CeBIT; se i produttori di TV e CE migrassero anche tutti all'IFA, ne risulterebbe un CeBIT più focalizzato sull'ICT e più ordinato. Certo, anche più povero, ma sinceramente le casse dell'ente fieristico di Hannover non sono tra le mie preoccupazioni principali.

A proposito di concorrenza, il nostro prossimo grande impegno fieristico sarà il Computex di Taipei. Le due fiere si atteggiano da concorrenti, ma in realtà hanno bisogno l'una dell'altra. Cinesi e taiwanesi dovranno sempre venire in Europa, per vendere i propri  prodotti nel mercato più importante al mondo. Il CeBIT a sua volta non può che rispettare i paesi laddove nasce gran parte di ciò che si espone a Hannover.