Regolamento antipirateria a rischio: il TAR deciderà a giugno

Il TAR del Lazio ha accolto le richieste delle associazioni sul Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore. A giugno ci sarà l'udienza che deciderà sul suo destino.

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a cura di Dario D'Elia

Il 25 giugno il TAR di Lazio potrebbe bloccare il controverso regolamento Antipirateria entrato in vigore due settimane fa. Com'è risaputo, il "Regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70", è stato fortemente criticato da Altroconsumo, Movimento Difesa del Cittadino, Assoprovider e Assintel. Prova ne sia che ne hanno richiesto l'annullamento presso il tribunale del TAR Lazio. Oggi i giudici hanno confermato che la questione è rilevante e delicata, per cui hanno fissato l'udienza per la decisione sul merito al 25 giugno 2014.

TAR del Lazio

I motivi di questa dura opposizione si devono al fatto che la procedura dell'Autorità è da considerarsi, secondo Altroconsumo, come "un esercizio di repressione sul web che non prevede alcun ricorso alla Magistratura come prescrivono invece il nostro Ordinamento e la nostra Costituzione".

In fondo l'AGCOM è solo un ente amministrativo e per di più il suo regolamento non sembra bilanciare adeguatamente i diritti di accusa e difesa.

Non resta che attendere l'udienza di giugno ma nel frattempo le associazioni chiedono all'AGCOM una moratoria nell'applicazione del regolamento all'esame del TAR almeno fino alla sentenza di primo grado, "per evitare che eventuali provvedimenti vengano assunti in base ad una norma che potrebbe essere dichiarata illegittima in tutto o in parte".

Una circostanza che inciderebbe:

  • sulla legittimità delle decisioni assunte dall'Autorità;
  • sui consumatori italiani che si vedrebbero inibiti i siti internet in base ad un regolamento che di qui a qualche settimana potrebbe essere dichiarato illegittimo;
  • sulla regolarità delle spese che l'Autorità sta disponendo per attuare i nuovi poteri che si è conferita in base alla disposizione;
  • nei confronti dei provider italiani sui quali potrebbe ricadere l'onere economico  delle citazioni in giudizio per cifre anche rilevanti dai legittimi titolari dei siti, in virtù di un blocco dichiarato illegittimo.