Rubata all'Expo la mano bionica gioiello della ricerca italiana

Un protipo di My-HAND, l'arto bionico rivoluzionario realizzato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è stato rubato all'Expo.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

L'Italia delle eccellenze si contrappone a quella delle bravate, forse giovanili. Ed è così che venerdì scorso nello stand della Toscana all'Expo qualcuno ha rubato il prototipo di My-HAND, la mano bionica realizzata dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Un esemplare dimostrativo del valore di 30 mila euro che fortunatamente era assicurato e che è stato prontamente rimpiazzato con uno identico.

Inizialmente si pensava a un atto di spionaggio visto il valore scientifico del prototipo, adesso sembra che le indagini si orientino sulla bravata di uno dei tantissimi studenti che con le scolaresche stanno affollando i padiglioni dell'Expo. Bell'esempio, non c'è che dire.

Mano My Hand

Mano My Hand

Questa volta francamente la bravata – se è di questo che si è trattato, bisognerà aspettare la conclusione delle indagini - ce la potevamo anche risparmiare, visto che My-HAND è un oggetto prezioso non solo ai fini dimostrativi, ma è anche una speranza e un'opportunità per tutti coloro che hanno perso un arto.

Come si legge sul sito della Scuola Superiore Sant'Anna stiamo infatti parlando di una mano bionica che "non è soltanto una protesi bella e tecnologica: è in grado di trasformare il pensiero in movimento e di restituire sensazioni tattili, addirittura senza richiedere la necessità di un intervento chirurgico per essere impiantata sulla persona che la indosserà".

I movimenti e le prese della mano infatti possono essere attivati e controllati in maniera pressoché naturale attraverso sensori facilmente indossabili, che rilevano i segnali nervosi che attraversano i muscoli quando si compiono tali movimenti. I sensori tattili integrati sulle dita registrano le interazioni con l'ambiente e – mediante un sistema di piccoli vibratori posizionati sulla parte che resta dell'arto - è possibile restituire sensazioni tattili, ripristinando anche quello che i ricercatori definiscono il "ritorno sensoriale fisiologico".

My-HAND

La struttura di questa particolare protesi è in lega di alluminio, il prototipo pesa circa mezzo chilo e ha dimensioni comparabili a quelle di una persona adulta. È stata realizzata dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa nell'ambito del progetto My-HAND (acronimo di acronimo di Myoelectric-Hand prosthesis with Afferent Non-invasive feedback Delivery) finanziato con oltre 400mila euro dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR). La finalità del progetto è lo sviluppo di tecnologie non invasive per agevolare il recupero delle funzioni sensoriali e motorie delle persone che hanno subìto l'amputazione di una mano.

Infatti fra le particolarità di My-HAND c'è anche la capacità di chiudere completamente le dita in meno di un secondo e di poter ruotare alternativamente il pollice e l'indice per aiutare le prese. La sua elevata destrezza permette di compiere tutte le prese e le posture necessarie nella vita quotidiana.

A questo fine Marco Controzzi spiega che "la mano utilizza tre motori elettrici e un pollice opponibile per afferrare oggetti di varia forma e peso differente. Un'altra novità tecnologica particolarmente rilevante  consiste in un meccanismo inventato all'Istituto di BioRobotica, oggetto di brevetto internazionale, che con un solo motore consente la rotazione del pollice o la flessione dell'indice in maniera alternata.

Altro punto di particolare interesse è che quando sarà terminata la sperimentazione – i test sui pazienti stanno per iniziare – sarà messa in commercio a cifre molto basse, per unire la diffusione della tecnologia a una forte attenzione al sociale, tipica della ricerca dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. Più in dettaglio, si parla di "prezzi inferiori rispetto a quelli di uno smartphone di ultima generazione".

L'ennesimo aspetto notevole di questa mano – disegnata con la collaborazione di ricercatori e designer - è che "è una protesi da esibire e non da nascondere" come ha spiegato Christian Cipriani, docente all'Istituto di BioRobotica e coordinatore del progetto My-HAND.

Se chi l'ha rubata leggerà questa notizia almeno saprà che non sì è portato a casa un soprammobile fico.