Sarò cablato in fibra dagli operatori entro il 2021? Consulta Infratel e scopri il tuo destino

Infratel ha pubblicato i database completi dei comuni in aree nera e grigia con i piani di copertura da qui al 2021.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Infratel
ha pubblicato gli elenchi dei comuni che da qui al 2021 saranno cablati dai principali operatori nazionali e regionali. I numerosi database a disposizione sono il frutto della consultazione pubblica conclusasi a maggio 2019 inerente le aree nere e grigie – quindi quelle competitive, perché per quelle a fallimento di mercato i database sono questi. In sintesi è un aggiornamento della precedente consultazione (al 2018) che aveva consentito di scoprire quali fossero i progetti privati dei provider. Stranamente però a questo giro Vodafone non ha partecipato.

"Si tratta delle aree in cui gli operatori sono finora intervenuti con i propri programmi infrastrutturali o hanno interesse a farlo entro i successivi tre anni", sottolinea Infratel. "Questa attività di mappatura è stata svolta anche per stabilire eventuali ulteriori interventi pubblici previsti nella Strategia Italiana per la Banda Ultralarga".

All'inizio di luglio, la società in-house del MISE dedicata alle infrastrutture TLC, ha fornito un'anticipazione della consultazione svelando "che la copertura complessiva a fine 2018 è stata pari al 78% di quella prevista nella consultazione del 2015". In pratica 3,2 milioni di indirizzi civici che sarebbero dovuti essere coperti sono rimasti fuori, perdendo di fatto il treno dei bandi Infratel.

Oggi però sono finalmente disponibili i database puntuali riguardanti ogni comune e quindi i nuovi "impegni" presi dai provider per i prossimi due anni. Inoltre "in accordo alla nomenclatura utilizzata dalla Comunità Europea–DG Competition, sono state classificate le coperture in base alle combinazioni di velocità/tecnologie/architetture in due categorie".

Si parla di NGA (Next Generation Access) con velocità maggiore ai 30 Mbps in download, e NGA-VHCN (Very high capacity networks), basata su "architetture di tipo FTTdP-fiber to distribution point" con velocità notevolmente superiore ai 100 Mbps e aggiornabile a 1 Gbps. Le due colonne cat_18 e cat_21 identificano poi rispettivamente le coperture al 2018 e al 2021.

Istruzioni per l'uso

Andate sulla pagina web specifica, cliccate sui link al fondo dove vi sono i riferimenti ai comuni. Sono organizzati per blocchi alfabetici. Dopodiché de-zippate il file e aprite il .csv con un'applicazione come ad esempio Excel, Open Office o Google Docs.

A quel punto individuate il vostro Comune, via e numero civico. In corrispondenza delle colonne cat_18 e cat_21 troverete le prospettive di lavori al 2018 e al 2021. NGA di fatto in Italia vuol dire FTTC, FTTH o indirettamente fixed wireless. Dato che questi database rappresentano i progetti "segreti" dei provider non si può risalire esattamente a chi si riferiscono, ma l'unica certezza è la "promessa" di prestazioni superiori ai 30 Mbps.

FTTdP-fiber to distribution point vuol dire fibra fino al nodo di distribuzione, quindi in una posizione di prossimità rispetto agli edifici. I cabinet della FTTC per intendersi non sono contemplati, poiché anche in sede europea non è più considerata una tecnologia al passo con i tempi. Inoltre il parametro prestazionale indica "notevolmente superiore ai 100 Mbps", che esclude la VDSL2, e fino a un potenziale 1 Gbps. In sintesi si parla di reti abilitanti l'FTTH e molto difficilmente di tecnologie come G.Fast.

Una considerazione

Infratel ha senza ombra di dubbio fatto un po' di equilibrismo lessicale: sfido chiunque a capire di primo acchito di cosa si stia parlando nei database. Da una parte è stata costretta a usare la nomenclatura adottata dalla Comunità Europea–DG Competition, dall'altra la verità è che su accessi e interconnessioni il BEREC (l'organismo dei regolatori europei) non ha ancora preso una decisione definitiva. Insomma, forse Infratel avrebbe potuto consultare l'AGCOM per domandare quali termini potessero essere corretti ma anche comprensibili al grande pubblico.

L'ultima direttiva sul codice UE delle comunicazioni datata dicembre 2018, ad ogni modo, sottolinea che entro il 21 dicembre 2020 saranno definite le linee guida per determinare:

  • il primo punto di concentrazione o di distribuzione
  • il punto, oltre il primo punto di concentrazione o di distribuzione, in grado di ospitare un numero di connessioni degli utenti finali sufficiente a consentire a un’impresa efficiente di superare i significativi ostacoli alla replicabilità individuati
  • quali installazioni di rete possano essere considerate nuove
  • quali progetti possano essere considerati di piccole dimensioni
  • quali ostacoli economici o fisici alla replicazione siano elevati e non transitori

Prepariamoci quindi a un nuovo futuro aggiornamento di termini. Oppure a note a piè pagina monumentali.