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a cura di Saverio Alloggio

Un piccolo sensore da montare su un dente, in grado di trasmettere informazioni in radiofrequenza sugli alimenti che stiamo mangiando, riportando in tempo reale dati su glucosio, sale e sostanze alcoliche. Si tratta del frutto del lavoro messo in piedi dai ricercatori della Tufts University School of Engineering, guidati dal prof. Fiorenzo Omenetto.

Il team di Omenetto ha lavorato a lungo per la realizzazione di questi sensori a radiofrequenza. Ne sono state realizzate versioni per la pelle, il cervello e gli impianti chirurgici, ognuna con una funzionalità specifica. Fino ad arrivare alla decisione di focalizzarsi sui denti.

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"Aveva senso spostarsi in bocca, per poter sfruttare la miriade di marcatori presenti in questa parte del corpo, molto importanti per monitorare il nostro stato di salute. La possibilità di sfruttare i sensori come supporto alla dieta è emersa grazie all'incontro con i ricercatori nutrizionali della Tufts University School of Engineering", ha dichiarato Fiorenzo Omenetto alla nota testata Ars Technica.

Ogni sensore ha un ingombro estremamente contenuto, con dimensioni pari a 2 x 2 mm. È in grado di adattarsi e fissarsi perfettamente alla superficie irregolare dei denti, ed è costituito da tre strati sovrapposti: quello centrale "bioresponsivo", che traccia l'alimento da rilevare; i due esterni costituiti da anelli d'oro a forma quadrata, che raccolgono e trasmettono onde nello spettro a radiofrequenza. 

Nei primi test, i ricercatori hanno utilizzato un analizzatore portatile di radiofrequenze collegato a un tablet o a un telefono cellulare per monitorare le frequenze, che cambiano a seconda di cosa sta succedendo con lo strato bio-reattivo del sensore. Si tratta dunque di un dispositivo passivo.

Alcuni volontari nel team di ricercatori hanno inserito il sensore sui propri denti. Bevendo l'acqua del rubinetto, il succo di mela, l'alcol e il collutorio e mangiando una zuppa salata, il chip ha trasmesso chiari cambiamenti di frequenza a seconda dell'alimento. Omenetto ha chiarito come sia necessario proseguire nella ricerca, affinché il sensore possa monitorare anche la quantità di cibo, e dunque le relative calorie assunte. Un obiettivo che sembra essere vicino.

fiorenzo

Fiorenzo Omenetto

In ogni caso, il lavoro di ricerca sarà presto pubblicato sulla rivista specializzata Advanced Materials. I ricercatori sono conviniti che questi sensori potranno consentire il rilevamento e la registrazione di un'ampia gamma di nutrienti, sostanze chimiche e stati fisiologici, portando una concreta innovazione nell'approccio alle diete.