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a cura di Dario D'Elia

"Caro utente, abbiamo rilevato un'attività anormale sull'app che stai usando quindi l'abbiamo disabilitata. Non ti preoccupare, il tuo account Spotify è al sicuro". Questo è l'incipit della mail che il colosso dello streaming musicale online sta mandando ai suoi utenti più furbetti, almeno negli Stati Uniti. Un numero non precisato di scrocconi che non tollerano le limitazioni imposte dalla versione gratuita (ma con pubblicità) di Spotify.

La richiesta è di disinstallare qualsia versione modificata del software e scaricare la versione originale dal Google Play Store. "Se dovessimo rilevare il ripetuto uso di app non autorizzate che violano i nostri termini di servizio, ci arroghiamo ogni diritto, compreso quello di sospendere o cancellare il tuo account", conclude la mail.

spotify

Toni duri in guanto di velluto, insomma. Il fenomeno è abbastanza noto: online sono disponibili numerose MOD che consentono di trasformare di fatto la versione del servizio da gratuita a premium. Da ricordare infatti che Spotify Free include spot, consente un numero limitato di skip della traccia, non si può ascoltare offline, non permette di ascoltare qualsiasi traccia e fornisce una qualità audio di base.

La sostenibilità del business è derivata dal fatto che dei 159 milioni di utenti complessivi, circa 71 milioni sono a pagamento. Se si diffondesse troppo la modalità "scrocco" i conti non tornerebbero più. Per altro da quando Spotify ha avviato le pratiche per andare in Borsa - ormai è questione di poco - analisti e grandi investitori hanno iniziato a spingere per un aumento delle tariffe poiché continua a essere in perdita. Si parla infatti di una perdita netta nel 2017 di 1,2 miliardi di euro anche se il fatturato ha raggiunto i 4,09 miliardi di euro (+45%).

spotify pirates

La lettera di Spotify

La sensazione è che Spotify abbia tollerato a lungo il fenomeno delle MOD, ma che adesso sia giunto il momento di contrattaccare. Sui forum specializzati alcuni utenti hanno segnalato la ricezione della mail, ma non è chiaro quale possa essere l'impatto di tale iniziativa poiché i più furbi potrebbero aver creato account con mail temporanee.

Ad ogni modo quel che è certo è che qualche modder è stato preso di mira. TorrentFreak racconta che il primo marzo è stata richiesta dall'azienda la rimozione dal "repository" di Github della MOD "Dogfood".

Insomma, la battuta di caccia è iniziata.