Streaming pirata, arriva la nuova legge anti-pezzotto

Nuova norma antipirateria blocca lo streaming delle partite entro 30 minuti. Sanzioni fino a €15.493 e 3 anni di reclusione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Diventa legge la nuova norma antipirateria che, tra le altre cose, punta a 
bloccare lo streaming entro 30 minuti dalla rilevazione. La misura era stata votata inizialmente a marzo, e lo scorso 28 giugno ha ricevuto il via libera da parte della Commissione Giustizia ed Ambiente del Senato. 

La novità potrebbe essere piuttosto rilevante per contrastare il fenomeno del cosiddetto “pezzotto”, nome che indica tutte le soluzioni usate per diffondere contenuti in modo illecito. In genere vengono proposti a prezzi inferiori rispetto al costo di un abbonamento Sky o DAZN. Se la partita si interrompe sul più bello, si suppone, i consumatori potrebbero decidere che è meglio fare un abbonamento legale. 

Il DDL prevede anche sanzioni fino a 15.493 euro e fino a 3 anni di reclusione per chi mette a disposizione i contenuti illeciti, ma è sicuramente il blocco della tramissione che ha il maggiore potenziale di contrastare il fenomeno. Sanzioni più o meno pesanti, infatti, si sono già rivelate un deterrente poco efficace.

Per rendere possibile questa novità la norma introduce la possibilità di bloccare un indirizzo IP senza contraddittorio con il titolare. Fino a oggi ciò non era possibile, il che lasciava tutto il tempo necessario per completare la trasmissione; e a quel punto il danno era fatto. 

Come riportava Open qualche settimana fa, il fenomeno riguarda circa 5 milioni di italiani, e si ritiene che sia un’attività economica sotto il controllo di mafie e crimine organizzato. Una ragione più che seria per incrementare gli sforzi, oltre che la tutela della proprietà intellettuale. 

L’arma tuttavia ha i suoi limiti, perché si tratta pur sempre di un blocco che gli ISP possono mettere in pratica agendo sui DNS. In molti casi sarà più che sufficiente, ma usare DNS alternativi per aggirare i blocchi non è particolarmente difficile. E, visto che stiamo parlando di persone più che disposte a fare qualche sforzo tecnico per vedere la partita pagando meno, non si capisce perché un semplice blocco tramite DNS dovrebbe metterle in crisi. 

Immagine di copertina: cronislaw