Supercar è realtà: ma KITT si guida con la mente

Un team di ricercatori dell'Università Freie di Berlino ha sviluppato una soluzione che permette di guidare un'automobile usando il cervello. Il merito è di una tecnologia che legge l'elettroencefalogramma del pilota e invia i comandi impartiti a un'interfaccia computerizzata che guida la vettura.

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a cura di Roberto Caccia

Il professor Raul Rojas, a capo del progetto AutoNOMOS dell'Università Freie di Berlino, ha sviluppato un sistema che permette ai guidatori di comandare un veicolo col pensiero. Il team di ricercatori è riuscito a creare una soluzione basata su sensori disponibili sul mercato, capaci di misurare e registrare l'elettroencefalogramma (EEG).

Purtroppo un'auto intelligente come KITT non è stata ancora realizzata

Prima di applicare la tecnologia a un'automobile, gli scienziati hanno usato i sensori per misurare le onde cerebrali di diverse persone. Nei test si richiedeva di immaginare quattro situazioni che riguadano la guida, come "frenare" o "girare a destra". Attraverso questa procedura, i soggetti hanno allenato il computer a decifrare le onde bioelettriche trasmesse dal cervello, imparando ad applicarle ai comandi impartiti.

Grazie a questo progetto si riesce a guidare una vettura soltanto con il pensiero - Clicca per ingrandire

Successivamente i ricercatori hanno realizzato un'interfaccia per collegare i sensori a un veicolo controllato dal computer, e usato le informazioni lette nel pensiero del guidatore per far reagire il veicolo di conseguenza.

"Nei nostri test, un automobilista è riuscito a controllare l'auto senza problemi grazie ai sensori EEG, seppure con un lieve ritardo fra il comando impartito e la risposta della vettura", afferma Rojas. Nel corso di ulteriori esperimenti è stata testata la capacità del veicolo di muoversi correttamente negli incroci stradali.

Ovviamente, prima di gridare al miracolo bisogna considerare che l'interfaccia è ancora un prototipo che difficilmente raggiungerà il mercato in breve tempo. Inoltre, non possiamo fare a meno di chiederci che cosa succederebbe se il pilota dovesse distrarsi. È questa la strada giusta o bisogna proseguire in un'altra direzione, come quella intrapresa da Google?