Svegliati Philae, vogliamo continuare a cavalcare la cometa

A partire da oggi il lander Philae ancorato alla cometa 67P potrebbe uscire dall'ibernazione grazie alla vicinanza del Sole.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Da oggi orecchie tese per captare i segnali vitali di Philae. Per chi non lo ricordasse stiamo parlando del lander della storica missione Rosetta, atterrato il 12 novembre scorso sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dopo due rimbalzi mozzafiato. Le batterie di bordo si erano scaricate completamente il 15 novembre - data in cui Philae è entrato in ibernazione - e da allora gli esperti dell'ESA e delle agenzie spaziali di tutto il mondo stanno aspettando che la cometa si avvicini abbastanza al Sole da rimettere in moto i pannelli solari di Philae.

Philae Rosetta

Se dovesse accadere, e se questo dovesse bastare per riavviare i sistemi di bordo, ci verranno recapitate altre importantissime informazioni sulla cometa. Finora la distanza fra il Sole e la cometa era troppo ampia per far pensare a questa possibilità, ma oggi il corpo celeste e il suo ospite robotico si trovano a 300 milioni di chilometri dal Sole, "probabilmente è ancora troppo freddo perché il lander riesca a svegliarsi, ma vale comunque la pena provarci" ha spiegato Stephan Ulamec, responsabile di Philae.

Il problema infatti non riguarda solo i raggi solari, ma anche la temperatura d'esercizio dei sistemi di bordo del lander, che possono riprendere a lavorare ad almeno -45 gradi Celsius. Incrociamo le dita e speriamo di avere presto buone notizie da darvi.