Tecnostress, ne soffre il 45% dei lavoratori italiani

La tecnologia è utile e sicuramente ha cambiato in meglio le nostre vite, ma come per tutte le cose, l'abuso porta a gravi problemi. La sindrome da stress tecnologico o tecnostress è riconosciuta dal 2007. Per ostacolarla molti posti di lavoro hanno iniziato a organizzare corsi di meditazione.

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a cura di Alessandro Crea

È innegabile che la tecnologia ha cambiato, spesso in meglio, le nostre vite, schiudendoci possibilità solo fino a poco tempo fa impensabili e che negli ultimi anni è diventata non solo utile, persino bella, basti pensare ai tanti dispositivi di design, che ormai sono divenuti veri e propri complementi di arredo delle nostre abitazioni.

tecnostress

Ma c'è sempre un risvolto negativo in qualsiasi aspetto della vita: utilizzare per ore e ore sul posto di lavoro, computer, smartphone e tablet, spesso anche contemporaneamente, per coordinarsi tra colleghi, sentire superiori e altro ancora infatti porta spesso a un sovraccarico, non solo sensoriale e mentale, a causa di un eccesso di multitasking, ma anche emotivo, perché amplifica le occasioni di tensione e la necessità di risolvere problemi. Si chiama Tecnostress ed è una vera e propria sindrome, riconosciuta sin dal 2007 come malattia professionale, che colpisce addirittura il 45% dei lavoratori italiani.

Così molti posti di lavoro, prima all'estero ed ora anche in Italia, offrono ai propri dipendenti la possibilità di partecipare a corsi di meditazione, una soluzione semplice e a basso costo che a detta di molti manager si sta rivelando molto efficace, portando più serenità nei luoghi di lavoro e anche una maggior efficienza. Impressione confermata anche dai diversi studi che hanno analizzato questo tipo di dinamiche aziendali, constatando di fatto ambienti meno stressanti e dipendenti più soddisfatti.