The Daily chiude con un tonfo: avanguardia costosissima

News Corp. ha decido di chiudere definitivamente The Daily, il primo quotidiano digitale pensato per l'iPad. Non è servito ampliare la base dei lettori: troppo costoso, troppo curato e caro da gestire. I 120 dipendenti verranno parzialmente distribuiti nel Gruppo.

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a cura di Dario D'Elia

The Daily, il primo quotidiano digitale per iPad che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato dell'editoria, chiuderà i battenti il 15 dicembre. Il patron di News Corp. Rupert Murdoch non ce l'ha fatta. Sostiene di non essere riuscito a intercettare un pubblico abbastanza ampio per sostenerne il modello di business. Eppure fin dall'inizio qualcosa sembrava non funzionare. Troppo bello, troppo curato, troppo tutto. Ogni giorno propone testi, video, foto e contenuti interattivi sapientemente mescolati a un prezzo quasi "cartaceo". Si parla infatti di circa 39,99 dollari per gli abbonamenti annuali dedicati all'iPad o ai tablet Android; la metà per Kindle Fire e iPhone.

Bye Bye The Daily

Curatissimo, all'avanguardia almeno sotto il punto di vista stilistico. Claudicante sul fronte tecnico a causa della pesantezza dell'app. Sui contenuti ognuno avrà la sua opinione. Resta è il fatto che in poco meno di due anni non ha fatto altro che incamerare perdite: si stimano circa 30 milioni di euro per il 2012. I 100mila abbonati, quando ce ne sarebbero voluti almeno 500mila, hanno obbligato News Corp. a staccare la spina. Va bene che il colosso dell'informazione è in difficoltà e sta attuando una dura politica di tagli, ma cinque anni per andare in pareggio (forse) erano troppi.

I 120 dipendenti (!) saranno ridistribuiti nel Gruppo e probabilmente molti finiranno al The New York Post. "Prenderemo il meglio di ciò che abbiamo imparato dal The Daily e lo applicheremo a tutte le nostre proprietà", ha sottolineato Murdoch. Ecco, questa forse è la nota positiva, perché la maggiore critica che oggi si può muovere all'editoria tradizionale è di usare il digitale come un plus e nient'altro. I contenuti vengono pensati per la carta e poi arricchiti con qualche video o foto di compendio. Non funziona così. Il direttore Jesse Angelo non a caso andrà a fare il publisher (editore) del New York Post.

Insomma The Daily ha lasciato un segno e dimostrato che neanche un tablet di successo come l'iPad può farsi carico di un progetto così complesso. Diciamo che si è intuito un potenziale da esplorare, ma anche che non bisogna dimenticare il rapporto costi/benefici.

Il parallelo corre veloce alla bolla Internet del 2000: illudersi che le regole della new economy possano sfuggire a quelle della old economy. Lo stesso vale per l'editoria.