Doro rintraccia le persone dotate di poteri soprannaturali, o anche solo di caratteristiche particolari di ogni tipo, le porta nelle sue "comunità protette" e le fa riprodurre con altre persone da lui selezionate. Sarebbe appropriato parlare di rapimento e di accoppiamenti forzati, se non fosse per il fatto che sappiamo bene quale sia stato il destino dei "diversi" nel corso dei secoli: additati, esclusi, incolpati di tutto, linciati, uccisi dalle loro comunità di origine, proprio a causa della loro diversità.
L'opportunità di vivere in pace, e in comunità chiuse dove essere riconosciuti e protetti, rende praticamente tutti i soggetti scelti da Doro ben felici di obbedire e cedere la propria autodeterminazione.
Tutti tranne Anyanwu, il "seme selvaggio": sciamana e spirito libero, Anyanwu si accorge subito della pericolosità e della ferocia di Doro, ma è costretta a seguirlo sotto il ricatto della distruzione della sua gente. Inizia così un viaggio, che passando per le tribù dell'Africa Centrale arriva fino alle coste del continente crivellate di mercati di schiavi e navi negriere. Anyanwu deve prendere il mare con Doro e seguirlo in una sua comunità in Viginia dove, tra etica pioniera e matrimoni combinati, la guaritrice sperimenta il ricatto, la costrizione, la schiavitù del suo rapitore.
Riuscirà a scappare, grazie alla facoltà di cambiare forma. Ma finita una felice parentesi di assoluta e sfrenata libertà, Anyanwu verrà di nuovo ritrovata da Doro, e vedrà di nuovo minacciata la comunità che è riuscita a fondare: una comunità di diversi, protetta, ma libera. A quel punto, tra le due creature eccezionali ed eccezionalmente diverse arriverà una resa di conti intensa e struggente, che fino all'ultima pagina non darà riposo a chi legge.