WALK-MAN, robot umanoidi con imprinting italiano

Nasce il progetto WALK-MAN per lo sviluppo di robot umanoidi di nuova generazione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Robot dalla forma umana capaci di muoversi come noi, anzi meglio, in situazioni difficili. Sono quelli che saranno realizzati nell'ambito del progetto WALK-MAN, un'iniziativa europea coordinata dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).

Il progetto è stato appena avviato, durerà quattro anni e conterà sulla partecipazione dell'Università di Pisa, l'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, il Karlsruhe Institute of Technology (KIT) in Germania e l'Université catholique de Louvain (UCL) in Belgio.

"WALK-MAN", recita il comunicato stampa, "nasce con l'obiettivo di sviluppare i robot umanoidi esistenti, come per esempio quelli sviluppati da alcuni degli istituti partner (Coman, iCub e Armar), in robot operativi in situazioni di emergenza a supporto o a sostituzione dell'attività dell'uomo. I ricercatori costruiranno robot con prestazioni avanzate, adatte ad ambienti industriali o civili danneggiati, quali fabbriche, uffici e case".

Si vogliono quindi realizzare macchine "in grado di camminare come un essere umano e stare in equilibrio, oltre ad avere capacità di manipolazione avanzata. Potranno, infatti, muoversi in ambienti di lavoro alterati, camminando su terreni irregolari, in luoghi stretti e attraverso la folla, e strisciando su cumuli di detriti".

I ricercatori si concentreranno su nuovi "sistemi di attuazione a elevate prestazioni, sullo sviluppo di un corpo robotico con cedevolezza intrinseca (compliant), e sulla progettazione delle mani, basandosi sui più recenti risultati nel campo dei materiali e della meccanica".  

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"Il lavoro porterà alla costruzione di robot più robusti e in grado di adattarsi ai diversi ambienti e situazioni. Un punto chiave nello sviluppo dei robot WALKMAN sarà la capacità di interazione con gli ingombri dell'ambiente circostante: muri, ringhiere, arredamenti, etc., così da ottenere robot stabili e affidabili nei loro movimenti, mentre eseguono compiti manuali con la forza necessaria in ambienti disastrati".

Inoltre sul sito web del progetto si legge che "il robot avrà sufficienti abilità cognitive da operare in autonomia o sotto remoto limitato nel caso ci siano seri limiti di comunicazione per il controllo remoto, per mancanza di banda o affidabilità". Un progetto che ci sembra come minimo entusiasmante, e per questo abbiamo contattato alcuni degli scienziati coinvolti per saperne di più. Voi cosa vorreste domandare? Nel frattempo, possiamo sempre distrarci con i 40 migliori robot visti al cinema.