WhatsApp, la truffa via chat dell'offerta Zara

I falsi messaggi promozionali che circolano sui social, di cui l'ultimo esempio risale a poche ore fa, su WhatsApp, hanno tutti lo stesso scopo: dirottare l'utente verso servizi in abbonamento ad altissimo rischio che hanno come unico obiettivo prosciugare il credito telefonico.

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a cura di Alessandro Crea

I social si sa, tra le altre cose sono anche vettori di falsi messaggi promozionali e truffe di vario tipo. L'ultimo episodio risale a poche ore fa, quando su WhatsApp è iniziato a circolare un falso coupon che promette un buono del valore di ben 150 euro da spendere nei negozi Zara, se si accetta di partecipare a un banale sondaggio.

In questo modo gli utenti che dovessero cliccare sul link riportato nel messaggio entrerebbero in un percorso in cui, tra click e risposte ad alcune domande sulle abitudini di acquisto nella nota catena di abbigliamento, si sarà dirottati senza nemmeno accorgersene verso servizi in abbonamento dai costi spropositati, col rischio di vedere prosciugato il proprio credito telefonico.

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Subito dopo inoltre, gli utenti saranno invitati a inoltrare il messaggio ad altri contatti (nel caso specifico tre gruppi in chat oppure 10 utenti in rubrica), dando così inizio alla solita catena di sant'antonio 2.0, di tipo virale.

La notizia è sicura, confermata dallo stesso ufficio marketing Zara, che consiglia a chiunque riceva il messaggio di non diffonderlo ulteriormente né di cliccare sul link riportato.

Purtroppo questo è solo l'ultimo esempio, in ordine di tempo, di un meccanismo tanto ben oliato quanto ancora apparentemente poco sentito dagli utenti. Il web infatti è purtroppo pieno di truffe veicolate dai social, famosi ad esempio alcuni casi su Instagram nel 2014 e su Facebook l'anno scorso, o proprio in questi giorni e sempre su WhatsApp di un altro messaggio che pubblicizza un presunto affare riguardo a una svendita di iPhone 6S su Amazon a prezzi stracciati per problemi di imballaggio non meglio specificati, ma che invece dirotta su un sito clone che richiede dati sensibili.

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L'aspetto più interessante del fenomeno è però il fatto che, a differenza di virus e malware, in queste truffe è l'iniziativa personale a giocare un ruolo fondamentale perché è l'utente stesso che si infila nella trappola della sottoscrizione di servizi non trasparenti e si rende anche strumento di diffusione del messaggio, in un meccanismo perverso che rivela probabilmente una debolezza di fondo della società attuale e su cui ci sarebbe molto da riflettere