La strategia produttiva di BYD in Europa sta subendo una profonda revisione, segnando un cambiamento significativo rispetto ai piani iniziali. Il colosso cinese dell'automotive, che aveva previsto di puntare esclusivamente sui veicoli elettrici nei suoi nuovi stabilimenti europei, ha deciso di ampliare la propria offerta includendo anche modelli ibridi plug-in (per cui è utile una wallbox). Questa svolta strategica risponde a un'attenta analisi delle tendenze di mercato, dove la domanda di veicoli elettrici a batteria (BEV) sta rallentando, mentre cresce l'interesse verso altre soluzioni elettrificate che offrono maggiore flessibilità.
L'azienda di Shenzhen sta destinando ben 5 miliardi di euro alla costruzione di due impianti produttivi strategici: uno a Szeged, in Ungheria, e l'altro a Smirne, in Turchia. Fino a pochi mesi fa, la visione della dirigenza cinese era chiara: concentrarsi esclusivamente sulla produzione di auto elettriche, cavalcando l'onda della crescita a doppia cifra che questo segmento aveva registrato. La realtà del mercato ha però imposto un ripensamento radicale della strategia.
Il vicepresidente esecutivo Stella Li aveva già accennato a ottobre scorso all'introduzione dei modelli Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) nelle linee produttive europee, senza specificare quale degli stabilimenti sarebbe stato coinvolto. Successivamente, durante un incontro con i fornitori italiani tenutosi a Torino, i manager BYD avevano delineato una divisione netta: Szeged per le elettriche, Smirne per le ibride plug-in.
La nuova evoluzione della strategia, confermata ad Automotive News Europe, vede ora entrambi gli stabilimenti impegnati nella produzione sia di modelli elettrici che ibridi plug-in, segnalando un approccio più flessibile e pragmatico al mercato europeo. La tempistica di avvio della produzione resta ambiziosa, con lo stabilimento ungherese pronto a entrare in funzione già a ottobre di quest'anno. L'impianto avrà una capacità produttiva iniziale di 150.000 unità annuali, con la possibilità di raddoppiare la produzione in caso di necessità. Analoghe caratteristiche avrà lo stabilimento turco, la cui inaugurazione è prevista per marzo 2026.
Per quanto riguarda i modelli che usciranno dalle linee produttive europee, la fabbrica di Szeged inizierà con l'assemblaggio della Dolphin e della Atto 3. Successivamente, la gamma si amplierà con l'introduzione della Atto 2 e della Seagull, che nel mercato europeo verrà commercializzata con il nome Dolphin Surf. Un elemento fondamentale della nuova strategia è che, entro la metà del 2026, ciascun modello sarà disponibile sia in versione completamente elettrica che ibrida plug-in.
A conferma della validità di questa svolta strategica ci sono i dati di vendita del primo trimestre dell'anno. Secondo le elaborazioni di Dataforce citate da Automotive News, BYD ha quadruplicato le sue vendite in Europa, passando da 7.701 a 28.842 veicoli. Particolarmente significativo è il dato relativo alle ibride plug-in, che sono arrivate a rappresentare il 38% dei volumi totali, partendo da una quota pressoché inesistente nello stesso periodo dell'anno precedente.
Questa rapida ascesa dei modelli Phev nella gamma BYD spiega chiaramente perché l'azienda abbia rivisto profondamente i suoi piani produttivi per l'Europa. La capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo significativo per il costruttore cinese, in un panorama automobilistico europeo in continua evoluzione e sempre più complesso.
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