Crisi dei semiconduttori, per Toyota l’attesa arriva anche a quattro anni

Se avete acquistato una Toyota Land Cruisder abbiamo brutte notizie per voi; stando a quanto riportato, in alcuni mercati, i tempi di attesa possono arrivare fino a quattro anni.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La crisi dei semiconduttori ha colpito duramente il mercato tecnologico negli ultimi mesi, provocando una serie di spiacevoli ritardi anche nel settore dell’automotive rallentando di fatto le consegne di numerosi veicoli. Alcuni costruttori per ovviare a questo problema hanno temporaneamente rimosso alcuni accessori, offrendo vetture più “semplici” ma pronte subito all’acquisto. A peggiorare la situazione sembra che ci sia ora anche la variante Omicron che, con la nuova ondata di contagi, ha costretto alcuni costruttori e filiere produttive a rallentare i ritmi.

Nelle scorse ore un nuovo report evidenzia ancora una volta quanto sia in difficoltà il settore, soprattutto su alcuni specifici modelli particolarmente richiesti; un esempio più che eclatante giunge da Toyota con il nuovo Land Cruiser che, in Giappone, può richiedere un tempo di attesa fino a 4 anni. Per chi non lo sapesse, si tratta di un SUV di alta gamma rinnovato nel 2021 per la prima volta dopo 14 anni. La società è al lavoro per fornire ai neo-acquirenti informazioni più precise riguardanti i tempi di consegna, ma sembra che la crisi abbia colpito davvero tutti. Toyota, per mesi, è riuscita a bilanciare le carenze di mercato con la produzione interna, ma sembra che ora la società nipponica non sia più in grado di tenere il passo.

La casa automobilistica ha precisato che è improbabile che si possa raggiungere l’obiettivo di 9 milioni di veicoli per l'anno fiscale che termina a marzo. In una situazione normale, con tempi di consegna così dilazionati, sarebbe necessario un aumento della produzione, ma attualmente senza la componentistica non è possibile applicare la strategia. Negli Stati Uniti e nel Medio Oriente, Land Cruiser è già disponibile ma alcuni concessionari hanno chiesto ai propri acquirenti di dichiarare i motivi dell’acquisto, così da evitare possibili bolle nel mercato dell’usato e fini speculativi.