La casa automobilistica rumena si presenta alla prossima edizione della competizione più dura del motorsport con ambizioni rinnovate e un organico rafforzato. Per il 2026, Dacia schiererà ben quattro equipaggi nel Campionato Mondiale FIA di Rally-Raid, con l'ingresso del brasiliano Lucas Moraes affiancato da Dennis Zenz che si aggiunge ai già confermati Nasser Al-Attiyah con Fabian Lurquin, Sébastien Loeb con Édouard Boulanger e Cristina Gutiérrez insieme a Pablo Moreno.
Una squadra di prim'ordine per quella che viene definita l'Everest del motorsport, un paragone che rende perfettamente l'idea della sfida fisica e mentale che attende piloti e navigatori.
Sandrider
Sul fronte tecnico, il team ha lavorato intensamente per ottimizzare ogni aspetto della Sandrider, con interventi mirati che vanno ben oltre il semplice aggiornamento estetico. La riduzione del peso attraverso pannelli della carrozzeria alleggeriti migliora l'agilità del mezzo nelle dune, mentre il nuovo sistema di aspirazione con snorkel ottimizzato garantisce prestazioni costanti al motore 3.0 V6 biturbo a iniezione diretta, alimentato con carburante sintetico.
Il design rivisto del radiatore posteriore assicura un raffreddamento efficace anche nelle condizioni più estreme, accompagnato da fari LED potenziati per la guida notturna e bracci superiori rinforzati per resistere alle sollecitazioni brutali del deserto.
Gara durissima
La filosofia non scritta che governa la Dakar, come racconta la stessa Gutiérrez, si riassume in un principio semplice ma fondamentale: cogliere ogni opportunità per nutrirsi e riposare, perché non si sa quando si presenterà la prossima occasione. Le temperature elevate all'interno dell'abitacolo e le sollecitazioni continue trasformano ogni tappa in una prova di resistenza dove l'affidabilità del mezzo deve andare di pari passo con la tenuta fisica e mentale dell'equipaggio.
Il navigatore, inoltre, deve essere anche meccanico improvvisato, gestendo utensili e ricambi durante le tappe più impegnative. La sinergia tra pilota e copilota diventa quindi l'elemento cruciale, un'intesa che si costruisce con ore di allenamento e che può essere messa a dura prova da ogni imprevisto del percorso. Le dune del deserto non perdonano errori e ogni edizione della Dakar rappresenta una storia a sé, con variabili climatiche e percorsi che cambiano le carte in tavola.
I Dacia Sandriders si presentano dunque con una preparazione meticolosa che abbraccia ogni aspetto della competizione, dalla meccanica alla psicologia, dalla strategia di gara alla gestione delle energie. Con un quartetto di equipaggi di altissimo livello e un veicolo affinato in ogni dettaglio, il team rumeno punta a lasciare il segno in quella che rimane una delle sfide più iconiche e spettacolari del panorama motoristico mondiale, dove la vittoria si costruisce giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro.