Il mondo del lavoro, non solo in Italia, attraversa una fase di continua trasformazione, con le aspettative dei dipendenti che si scontrano con una realtà aziendale che stenta a rispondere adeguatamente, soprattutto sul piano economico. L'analisi emerge dal "Report sulla Retribuzione 2025" realizzato da Coverflex, che ha raccolto dati tra giugno e settembre su un campione di mille dipendenti aziendali nel nostro Paese. Il quadro che ne emerge è quello di un mercato caratterizzato da una diffusa insoddisfazione retributiva, ma anche da segnali interessanti di apertura verso l'innovazione tecnologica, in particolare l'intelligenza artificiale.
La consapevolezza dei lavoratori italiani rispetto al valore reale del proprio pacchetto retributivo si rivela molto bassa. Un dipendente su cinque non ha idea dell'ammontare complessivo dei benefit di cui gode, mentre il valore medio dei benefici extra ricevuti si ferma a 727 euro annui. Ancora più problematico è il fatto che un terzo dei lavoratori non utilizza completamente i servizi disponibili, spesso perché li percepisce come poco rilevanti o perché le procedure di accesso risultano troppo macchinose.
La personalizzazione emerge come il vero tallone d'Achille del welfare aziendale italiano. Ben il 37% dei dipendenti lamenta che i pacchetti di benefit vengono decisi dalla dirigenza senza alcun coinvolgimento dei diretti interessati, trasformandoli in soluzioni standardizzate che non rispondono ai bisogni reali. Nonostante questo limite strutturale, la soddisfazione per i benefit si attesta al livello più basso tra tutti gli aspetti lavorativi considerati, con appena il 31% di lavoratori che si dichiarano soddisfatti.
L'intelligenza artificiale inizia timidamente a fare capolino nelle aziende italiane, con solo il 15% delle imprese che l'ha adottata in modo strutturato. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il sentimento dominante tra i lavoratori non è la preoccupazione per una possibile sostituzione, ma piuttosto la curiosità e il desiderio di approfondire questa tecnologia, come dichiara il 25% degli intervistati. La maggioranza dei dipendenti percepisce l'IA come uno strumento essenzialmente operativo, capace di accelerare le attività ripetitive e migliorare l'organizzazione del lavoro.
Il caso dei buoni pasto rappresenta un esempio emblematico dell'evoluzione delle dinamiche lavorative contemporanee. Questo benefit, il più diffuso tra i dipendenti italiani con una penetrazione del 26%, ha subito una trasformazione significativa nella sua funzione originaria. Se nel 2025 viene ancora considerato la soluzione migliore per coprire i costi della pausa pranzo dal 49% degli intervistati, la realtà mostra che l'83% dei lavoratori li utilizza principalmente al supermercato, trasformandoli di fatto in un sostegno diretto al bilancio familiare per contrastare l'inflazione.
Insoddisfatti e mal retribuiti
La questione della trasparenza retributiva assume una rilevanza centrale nel dibattito sul futuro del lavoro. Attualmente solo il 39% dei dipendenti ritiene che la propria azienda abbia una politica salariale chiara, mentre un significativo 64% desidererebbe che le offerte di lavoro specificassero fin da subito la Retribuzione Annua Lorda. La futura direttiva europea sulla trasparenza, che entrerà in vigore nel giugno 2026, obbligherà le aziende a indicare già negli annunci la fascia retributiva, un cambiamento che secondo Andrea Guffanti, Country Manager di Coverflex, costringerà le imprese a diventare più competitive e attente alle dinamiche salariali interne.
"L'imprenditore gioca a carte scoperte, vede tutte quelle che sono le informazioni del mercato della sua azienda, costi, ricavi. Il dipendente spesso non ha questi dati, quindi si trova in una posizione di svantaggio". La soddisfazione complessiva per la propria condizione lavorativa si attesta su una media di 6,43 su 10, un dato sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente che però maschera una realtà ben più complessa. Per l'87% dei lavoratori italiani la retribuzione rappresenta l'aspetto più rilevante del lavoro, superando persino la conciliazione vita-lavoro e la sicurezza occupazionale. Eppure, solo il 34% dei dipendenti si dichiara soddisfatto del proprio compenso, un paradosso che rivela la profondità del disagio economico percepito.
Il fenomeno degli stipendi sostanzialmente fermi aggrava ulteriormente la situazione. Il 60% dei lavoratori non ha registrato alcun cambiamento nel proprio pacchetto retributivo negli ultimi due anni, mentre appena il 33% ha beneficiato di un aumento. L'insoddisfazione complessiva tocca il 78% dei dipendenti, che assegnano al proprio pacchetto retributivo un voto medio di 5,66 su 10, in leggero calo rispetto al 2024. Come evidenziato da Guffanti, questo malessere non deriva da semplici percezioni, ma da dati concreti: in un contesto di inflazione significativa, gli stipendi medi non sono stati adeguati, determinando un progressivo arretramento del potere d'acquisto.
I benefit più desiderati dai lavoratori italiani riflettono questa priorità economica: al primo posto troviamo i buoni benzina con il 38%, seguiti dai buoni spesa al 37% e dai buoni pasto al 31%. Il formato elettronico di questi strumenti si è affermato nettamente, con il 76% degli utenti che lo riceve e che mostra livelli di soddisfazione più elevati rispetto al cartaceo, anche grazie a un valore medio maggiore. "Il tema dell'usare il welfare come strumento di retention è importante. E se non lo è per le aziende più piccole, quelle maggiori dovrebbero già essere ben avviate sul percorso anche se non è sempre così", prosegue Guffanti.
Sfide e opportunità con l'IA
"Lo stato oggi permette alle aziende del welfare di poter dare una serie di benefit ai dipendenti che sono fiscalmente efficienti. Tantissime compagnie ancora non non lo fanno, e questo è un grosso problema, ma anche un'opportunità in più". L'implementazione dell'intelligenza artificiale nel contesto lavorativo richiede un approccio attento e comunicativo.
Come sottolineato dal management di Coverflex, la sfida consiste nell'integrare questa tecnologia in modo che supporti il lavoro senza sostituire le persone. Nel settore del welfare, l'IA può offrire assistenza automatica e suggerimenti personalizzati sull'utilizzo dei benefit, ma la sua adozione deve essere accompagnata da una narrazione chiara e da percorsi formativi adeguati per evitare ansia o rifiuto da parte dei dipendenti.
Il panorama che emerge dall'indagine disegna un mercato del lavoro in cui i dipendenti chiedono di essere ascoltati, valorizzati e ricompensati attraverso strumenti che vadano oltre la semplice retribuzione monetaria. Il welfare personalizzato e flessibile rappresenta la risposta più efficace a queste esigenze, a condizione che venga progettato con il coinvolgimento diretto dei lavoratori e comunicato in modo trasparente. Le aziende che sapranno investire in questa direzione costruiranno un vantaggio competitivo duraturo in un mercato sempre più esigente e consapevole dei propri diritti.