Dallara e Lenovo insieme per progettare le auto più sicure e veloci al mondo

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a cura di Valerio Nebuloni

Alle soglie del 2020, il computer si avvicina sempre di più e si rende indispensabile in tutti quei processi che una volta ne facevano a meno, aiutando e migliorando sia l’esperienza che il risultato finale. Grazie a simulazioni 3D e calcoli matematici, si mitiga e sostituisce ciò che fino a qualche anno fa si faceva solo con le sperimentazioni fisiche e reali, richiedendo mesi e mesi di lavoro e ingenti investimenti in strutture e oggetti di test.

Per questo motivo Dallara (azienda che progetta automobili da corsa, leader nell'uso di materiali compositi, e che collabora con alcuni leader del settore quali Ferrari, Lamborghini e Bugatti) e Lenovo – società produttrice di molti dispositivi tecnologici e di servizi di calcolo – hanno stretto una collaborazione che migliorerà di netto i risultati ottenuti dall'eccellenza italiana della Motor Valley a cui fa capo l'ingegnere Giampaolo Dallara.

Scendendo un po’ di più nei particolari tecnici – anche perché Lenovo non distribuisce magia, bensì sistemi di ultima generazione, n.d.r. – Dallara farà utilizzo del loro High-Performance Computing (HPC): detto in parole povere, dei calcoli ad elevate prestazioni eseguiti da insiemi di computer interconnessi a formare un nodo interno all'azienda capace di operare nell’ordine dei PetaFLOPS.

In questo modo, supportati da un team Lenovo Professional Services, Dallara potrà simulare la CFD (Computational Fluid Dynamics, per fare sperimentazioni aerodinamiche del veicolo, come accade fisicamente nella Galleria del Vento) e FEA (analisi strutturale per i crash omologativi e per la deformazione dei materiali). L’azienda ha installato anche un VDI (Virtual Desktop Infrastructure) per aiutare i progettisti a disegnare auto e lavorare anche fuori dall'ufficio.

Lo stesso Giampaolo Dallara ha affermato come proprio l’intuizione di vedere il passaggio dalla penna al computer (avvenuto nel 2014) ha permesso a chi lavora nell'azienda di passare ad un livello successivo di progettazione, riflettendo su come la scelta di costruire un'ulteriore galleria vento, anziché credere nell'innovazione, avrebbe portato enormi svantaggi e perdita di competitività.

Adesso – conferma il CEO di Dallara Andrea Pontremoli, ex IBM – l’azienda può permettersi di fare simulazioni in 8 ore, un tempo davvero breve che non solo evita sprechi di vario genere, ma permette ai designer di testare svariate tipologie di approccio, osando quando serve e portando quindi ancora più innovazione di prima.

Nonostante la motivazione che ha portato l’azienda ad approcciare l’HFC sia ormai palese, durante la conferenza si è parlato anche del discorso pratico del perché Dallara, tra i tanti, ha scelto Lenovo. La motivazione riguarderebbe un insieme di fattori positivi: prestazioni, disponibilità, affidabilità, efficienza e costi sono i plus che l’azienda informatica ha saputo dimostrare, e che l’hanno fatta primeggiare in confronto ai competitors. Il processo, infatti, non ha seguito il classico iter, bensì ha portato Dallara a presentare un problema da risolvere, e Lenovo a mostrare la soluzione migliore.

Insomma, un’azienda come Dallara, che partecipa con le sue monoposto nei campionati di IndyCar, Formula E, Formula 2, Formula 3, Indy Lights, Super Formula, IMSA, WEC e ELMS, non può affidarsi a processi lenti e dispendiosi. E se prima ci volevano 20 giorni per portare un risultato (spesso negativo), ora in 8 ore durante la notte si ottiene la risposta corretta.

Mentre questa nuova partnership inizia a dare i suoi frutti, un’azienda come Lenovo non resta ferma a guardare il bel risultato: il General Manager Data Center Group Lenovo Italia, Alessandro De Bartolo, ha infatti affermato come il prossimo step sarà certamente l’implementazione del Machine Learning, così da creare un ulteriore sistema di calcolo, sfruttando anche i feedback del pilota.