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a cura di Alessandro Crea

La SEC (Securities and Exchange Commission), ovvero l'autorità di Borsa statunitense equivalente della nostra CONSOB, ha avviato nelle scorse ore un'azione legale contro Elon Musk, l'amministratore delegato di Tesla. L'accusa è di frode ed è legata al famoso tweet pubblicato agli inizi di agosto scorso. il CEO sudafricano aveva dichiarato di star valutando il delisting di Tesla, cioè la revoca dalle negoziazioni in Borsa, a 420 dollari per azione.

La possibilità come sappiamo è stata poi accantonata alla fine dello stesso mese. Nel mezzo però il titolo di Tesla aveva guadagnato in Borsa l'11%, sfiorando i 380 dollari per azione. L'ipotesi della SEC è che Musk abbia mentito volontariamente oppure sia stato spericolato nel dare un annuncio che ha portato un vantaggio all'azienda, senza avere alcuna base reale e solida su cui farlo.

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L'uscita di Tesla dalle quotazioni in Borsa avrebbe infatti richiesto l'intervento di privati che sostanzialmente avrebbero dovuto acquistare le azioni appunto. Non a caso all'epoca sia il Financial Times che Reuters avevano paventato un intervento del fondo sovrano saudita Public Investment Fund (Pif), attribuendogli l'acquisizione di una quota di Tesla di poco inferiore al 5% per circa 3 miliardi di dollari.

Proprio su questo si concentra la SEC nella denuncia depositata presso un tribunale di New York. L'autorità afferma infatti che le dichiarazioni di Musk devono essere considerate "false e ingannevoli" in quanto "non aveva parlato, e tanto meno confermato, dettagli chiave sui termini dell'operazione, incluso il prezzo, con nessuna potenziale fonte di finanziamento".

Una situazione complessa, che però ha fatto già vacillare la fiducia degli investitori, del resto mai stata particolarmente solida. Il risultato in queste ore è stato un crollo in Borsa del titolo Tesla, che nelle contrattazioni after hour è arrivato a perdere il 10,56%.

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Tesla Model 3

 Musk, da molti considerato il nuovo Steve Jobs, è del resto un personaggio controverso, amato dal pubblico ma a quanto pare poco gradito dall'establishment, anche per le sue uscite non sempre "politically correct", come nel video poi diventato virale in cui beve whisky e fuma marijuana, che a quanto pare ha convinto molti a chiederne la testa. La SEC infatti propone per il manager il decadimento dal suo ruolo di amministratore delegato di una società quotata. Musk si è detto "rattristato e deluso" da quella che definisce un'azione ingiustificata, incassando - per il momento - la fiducia dell'azienda.

Molti casi analoghi si sono risolti in un patteggiamento tra le parti ma se Musk non dovesse volerlo fare, le conseguenze potrebbero essere inaspettate. Secondo il New York Times infatti Musk sarebbe stato inizialmente pronto a firmare una transazione "in bianco" con la SEC, ma si sarebbe poi tirato indietro all'ultimo momento. Con la Tesla che fa ancora fatica a raggiungere e mantenere stabilmente le quote produttive più volte promesse della Model 3, la pazienza degli azionisti si sta per esaurire.