Emissioni dei furgoni in crescita: T&E propone lo stop delle vendite dal 2035

Transport & Environment lancia l'allarme per la crescita delle emissioni di CO2 legata ai furgoni. La causa? I target poco severi imposti dall'UE.

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a cura di Valentina Acri

Le emissioni di CO2 prodotte dei furgoni non stanno diminuendo, causa che sembra ricondursi ai target poco severi che l'Europa ha imposto alle società produttrici. A lanciare l'allarme è Transport & Environment che ha condotto uno studio in cui analizza i dati europei delle emissioni degli ultimi tre anni, tentando di indicare alcune misure correttive che da Bruxelles potrebbero applicare. La stessa T&E ritiene necessario un intervento tempestivo considerando che le emissioni dei furgoni rappresentano la quota che fa segnare la crescita maggiore nei differenti segmenti.

I furgoni sono la fonte di emissioni del trasporto stradale in più rapida crescita nell'Unione europea e dall'inizio della pandemia da Covid-19 le consegne a domicilio hanno visto un esponenziale crescita degli acquisti online. La federazione Transport & Environment ritiene dunque che gli obiettivi di emissione fissati dall'Unione europea per i veicoli commerciali leggeri siano troppo deboli, chiedendo cosi un inasprimento degli stessi in modo tale da poter guidare la transizione del settore verso la mobilità elettrica, fino al raggiungimento di una decarbonizzazione totale.

Non a caso, tale situazione si pone in netto contrasto con gli ambiziosi obiettivi fissati per le autovetture, che hanno portato a un boom dei veicoli elettrici nel Vecchio Continente. Mentre le auto elettriche ed ibride plug-in superano già la quota di mercato del 10% in Europa, nel caso dei furgoni elettrici raggiunge appena la quota di mercato del 2%. Non dimentichiamo, infatti, che le vendite di vetture elettriche sono aumentate grazie agli ambiziosi obiettivi relativi alle CO2 delle auto, mentre le vendite di furgoni elettrici sono destinate a fermarsi tra il 2% e l'8% entro la fine del decennio. Lo studio di T&E mostra che se non si interviene ora per ottenere più furgoni elettrici su strada, il settore non riuscirà a decarbonizzarsi in tempo.

L'organizzazione afferma tuttavia che l'Unione europea dovrebbe mirare a eliminare completamente le emissioni dirette dal settore dei veicoli commerciali leggeri entro il 2035, vietando di conseguenza la vendita di modelli con motori a combustione interna. La riduzione per il 2027 e il 2030 dovrebbe dunque essere del 31% e del 60%.

Ci troviamo di fronte a un pericoloso cocktail tra l’aumento delle vendite di furgoni e l’impennata delle emissioni che essi producono. Gli standard entrati in vigore all’inizio del 2020 avrebbero dovuto rendere i furgoni più puliti, ma le case costruttrici non hanno dovuto fare praticamente niente per soddisfarli. Con gli attuali target di CO2 tutt’altro che ambiziosi, il boom dell’e-commerce sta diventando un incubo per il nostro pianeta e per la qualità dell’aria delle nostre città, ha commentato Carlo Tritto, Policy Officer di Transport & Environment Italia.

La Federazione T&E ritiene dunque che l’Unione europea debba anticipare dal 2030 al 2027 gli standard sulla riduzione delle emissioni di CO2, cosi da puntare a target decisamente più ambiziosi rispetto a quelli attuali, come ad esempio una riduzione delle emissioni del 60% al 2030, prima di ambire all’eliminazione totale di queste ultime entro il 2035. La stessa ha dichiarato che un metodo per accelerare questa transizione sarebbe quello di impedire la costruzione di furgoni ibridi plug-in, per dare più spazio all’elettrico.

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