Guerra in Ucraina, stop alle linee di produzione per mancanza di componenti

La guerra in Ucraina sta portando a pesanti conseguenze a diverse società produttrici del settore automobilistico.

Avatar di Valentina Acri

a cura di Valentina Acri

La guerra in Ucraina sta portando a pesanti conseguenze a diverse società produttrici del settore automobilistico. Nelle scorse ore Ford ha reso noto che la sua produzione europea, in particolare in Germania e Spagna, è costretta a fare i conti con la carenze di componenti provenienti dall'Ucraina che causano conseguenti rallentamenti e, in alcuni casi, sospensioni delle linea produttiva.

A causa del conflitto in Ucraina il mercato delle automobili rischia di vedere nuovamente un altro brusco crollo delle proprie attività. Negli ultimi anni la crisi dei chip e la pandemia hanno, infatti, drasticamente rallentato la produzione di auto. Nelle scorse ore, la stessa Ford ha deciso di fermare la sua produzione nello stabilimento tedesco di Saarlouis per cinque giorni per mancanza di cablaggi.

La casa automobilistica statunitense non è riuscita ad acquistare tutte le componenti utili per costruire gli schermi di infotainment da 12,3 pollici per la versione aggiornata della Focus. Non mancano, inoltre, le difficoltà per la produzione della Fiesta nello stabilimento di Colonia dove Ford ha sospeso la produzione. La la carenza di semiconduttori ha costretto la società ha fermare gli ordini del minivan Galaxy e S-Max, entrambi costruiti a Valencia.

Ricordiamo che Ford non è l'unica realtà a dover fare i conti con la mancanza di componenti. Sia BMW che Volkswagen sono state costrette negli ultimi giorni a chiudere gli impianti europei. Tuttavia, a causa della guerra in Ucraina anche gli stabilimenti tedeschi di Zwickau e di Dresda sono stati messi in pausa. Proprio dall'Ucraina arrivano infatti i cablaggi elettrici indispensabili per la realizzazione delle elettriche della casa di Wolfsburg, Volkswagen ID.3, ID.4, ID.5.

Per rimediare a tali problemi, le case automobilistiche stanno pensando di spostare l'attenzione su mercati differenti per la richiesta di componenti, come Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.