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a cura di Valentina Acri

Tra i temi più discussi degli ultimi mesi c'è il divieto imposto dall'Unione europea per i veicoli dotati di motore endotermico a partire dal 2035. Ad entrare a far parte del dibattito anche l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi. Il numero uno di Eni pone l'attenzione sull'Hydrotreated Vegetable Oil (Hvo), carburante che si contraddistingue per la sua componente biogenica.

Non a caso, l'amministratore delegato ha colto l'occasione per intervenire sul destino dei motori a combustione per i prossimi anni sottolineando quanto possa essere importante l'adozione di un approccio "tecnologicamente neutrale". Secondo quanto dichiarato, l'Hvo viene prodotto non solo da materie prime di scarto ma anche da  residui o rifiuti derivanti da processi di trasformazione di prodotti vegetali o da colture non in competizione con la filiera alimentare.

Per Claudio Descalzi l'Hvo può essere utilizzato nei motori diesel euro 5 ed euro 6, oltre ad essere in è grado di ridurre le emissioni a vita intera del 90%.

Lavoriamo anche sull'elettrico, che ha una penetrazione molto bassa, ma non possiamo pensare che il diesel possa sparire, non è così. Il biocarburante permette all'industria attuale di andare avanti con la sua componentistica e dare competitività a un'industria fondamentale per l'Italia, non solo per l'Europa e la Lombardia". Quando si parla del futuro dell'energia dobbiamo mettere l'elemento di sostenibilità ambientale in modo razionale puntando non solo su una tecnologia, ma anche sulla sicurezza energetica basata sui vettori di oggi, e la competitività delle aziende per non atrofizzarle.

I biocarburanti possono dunque essere utilizzati non solo per contribuire alla riduzione delle emissioni dei motori diesel ma anche con l'obiettivo di salvaguardare l'intero settore dell'industria che si occupa dei propulsori.

Tra le prerogative di Eni non mancano, infatti, progetti mirati allo sviluppo di tecnologie proprietarie come i biocarburanti Hvo. Un esempio sono gli 8 miliardi di euro spesi in 8 anni e l'apertura di ben 7 centri di ricerca in Italia: abbiamo all'attivo oltre 7.500 brevetti, che soprattutto in Lombardia riguardano la mobilità sostenibile attraverso i biocarburanti.