Le 12 tecnologie delle automobili moderne che arrivano dal mondo delle corse

Le funzioni delle nostre auto, anche quelle che diamo per più banali, sono probabilmente ereditate dal settore delle competizioni.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Le auto moderne, di ogni alimentazione e settore, sono ormai un concentrato di tecnologia e i continui affinamenti dovuti alla progressiva ricerca da parte delle case produttrici tanto in laboratorio quanto sul campo e nel motorsport. Le azioni che riteniamo più comuni a bordo della nostra auto, come raggiungere velocità autostradali in semplicità o guidare in sicurezza in condizioni poco favorevoli, sono frutto di continue ricerche e stress test sul campo; che si tratti di una Formula 1, una vettura di Le Mans o di una macchina studiata per il Rally WRC, il motorsport è da sempre il miglior banco di prova per le tecnologie future e, a volte, ci dimentichiamo questo aspetto.

Ferrari, Audi, Porsche e molte altre case automobilistiche sono orgogliose del pedigree raggiunto negli sport motoristici e questo non si traduce in un semplice badge o allestimento, ma in un continuo progresso che è radicato nelle profondità. Come anticipavo in apertura, moltissime delle funzioni che oggi diamo per scontate sono sopravvissute a test continui in pista e non.

Se analizziamo un’auto moderna di medio segmento sicuramente troveremo un propulsore ibrido (o elettrico) corredato di una buona potenza, un design aerodinamico per ridurre i consumi e i fruscii, un cambio automatico a più rapporti, sistemi avanzati di sicurezza, luci a LED chiare e luminose, comfort e molto altro. Tutte caratteristiche che sono state provate nel motorsport se non addirittura direttamente ereditate dopo qualche revisione.

Le migliori tecnologie ereditate dal motorsport

Specchietti retrovisori

È difficile pensare a una storia più perfetta di innovazione come quella degli specchietti. In occasione della prima 500 Miglia di Indianapolis nel 1911, la maggior parte dei conducenti portava con sé un "meccanico di guida", il cui compito includeva guardare dietro per avvisare il conducente delle auto in avvicinamento. Ray Harroun decise di gareggiare con una monoposto, senza lasciare spazio al meccanico di guida. Il motivo? Semplice, aveva inventato lo specchietto retrovisore, lo stesso che oggi aggiustiamo in occasione della prima guida.

Ad essere sinceri, Harroun non inventò in senso stretto lo specchietto retrovisore ma lo copiò da una soluzione utilizzata su una carrozza trainata da cavalli. Nel bene nel male, questo piccolo accorgimento è stato uno dei primissimi accessori per auto al mondo, con il debutto nel 1911.

Aerodinamica

In un’auto da corsa, la resistenza dell’aria – o coefficiente aerodinamico – è il serial killer della velocità. Sebbene questo elemento non sia di primaria importanza in un’auto stradale, la resistenza è tuttavia un grande nemico per i consumi e l’efficienza del veicolo, sia sulle proposte endotermiche ma soprattutto sulle elettriche.

Federico Vecchio
Porsche 992

Analogamente alla forma nella sua definizione più pura, anche le appendici aerodinamiche hanno svolto un ruolo molto importante nel motorsport tanto da giungere anche sulle nostre vetture moderne. Come le ali degli aeroplani, le appendici delle automobili servono a dirigere il flusso d'aria; invece, di guidare un flusso sotto la vettura per creare portanza, lo dirigono sopra per creare forza verso il basso, capace di spingere l’auto in pista e creare più grip. Questo concetto è stato successivamente ereditato anche sulle moderne vetture, con lip e baffetti volti a rendere le auto più stabili e affidabili.

Pneumatici

I produttori di pneumatici fanno un ampio uso degli sport motoristici per promuovere i loro prodotti, ma questa connessione va oltre il mero marketing; gli pneumatici utilizzati nelle auto da corsa devono affrontare una sfida significativa sulle piste, essere sottoposti a pesanti carichi per un numero considerevole di giri. Questo richiede un notevole sforzo di ricerca e sviluppo per garantire le prestazioni ottimali degli stessi; anche se gli pneumatici da corsa non possono essere impiegati direttamente su veicoli stradali, salvo qualche rara eccezione, l'esperienza acquisita nello sviluppo di tali pneumatici ha un impatto significativo sulla progettazione degli pneumatici per uso stradale.

Naturalmente questo discorso vale per i modelli ad alte prestazioni, ma anche per quelli orientati all'efficienza energetica, poiché la riduzione del consumo di carburante è cruciale sia in pista che su strada. Aziende come Pirelli, Michelin e Goodyear hanno sfruttato la loro ricca esperienza nel mondo dello sport motoristico per sviluppare alcuni degli pneumatici più sicuri e performanti disponibili per le auto di oggi.

Fibra di carbonio

L'opzione più costosa che può essere trovata nell'elenco degli accessori di una qualsiasi supercar deriva proprio dal motorsport. Sebbene la fibra di carbonio fosse già ampiamente utilizzata nell'industria aerospaziale, è stata McLaren a rivoluzionare l'uso di questo materiale nel mondo delle competizioni automobilistiche. Nel 1981, fu introdotta la prima monoscocca in fibra di carbonio nella vettura di Formula 1 MP4/1. La fibra di carbonio, che ora spopola in qualche forma non troppo chiara, come puro elemento di stile nelle auto stradali, conferisce in verità una maggiore solidità con un peso ridotto a discapito del prezzo.

Luca Rocchi
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I vantaggi della fibra di carbonio si estendono anche alle auto elettriche e ibride, come dimostrato da BMW con i modelli i3 e i8, che utilizzano fibra di carbonio e plastica rinforzata (CFRP) per aumentare la resistenza e ridurre il peso delle vetture, migliorando l'efficienza complessiva. In alcune vetture endotermiche, come l’Alfa Romeo Giulia, viene impiegata invece per realizzare l’albero di trasmissione.

Trazione integrale

Che ci crediate o meno, le superfici discontinue e scivolose dei tracciati da rally hanno consentito di sviluppare la trazione integrale che oggi, dopo qualche affinamento e revisione, troviamo sulle auto moderne. L’esempio più calzante è dato da Audi, con la sua Quattro, ideata verso la fine degli anni ’70 proprio da un ingegnere del team di motorsport.

L'Audi Quattro fece il suo ingresso nel campionato mondiale di rally nel 1980, anche se all'epoca non era ancora omologata per l'uso su strada. Audi utilizzò l’ambiente dei rally come un banco di prova per affinare la sua tecnologia. Mentre molti dei loro rivali lottavano per trovare aderenza sulle loro vetture a trazione anteriore o posteriore, l'Audi Quattro dominò la scena offrendo prestazioni ineguagliabili per tutte le competitor.

Audi Quattro divenne in seguito un'icona dell'automobilismo, insieme alla tecnologia che Audi ha incorporato come caratteristica standard nella maggior parte delle sue prestigiose vetture.

Cambio automatico

I cambi automatici rappresentano una comodità ineguagliabile, soprattutto in contesti urbani, dove in situazioni di traffico intenso non è necessario manovrare la frizione o la leva del cambio in quanto l’auto si occupa praticamente di tutto. Si tratta di una tecnologia così comune, che anche chi si trova a far la patente deve scegliere con che auto effettuarla.

Anche se le trasmissioni automatiche esistevano prima di essere utilizzate nelle competizioni, come la celebre trasmissione Hydra-Matic di General Motors negli anni '40, l'evoluzione dei cambi automatici è interessante. Nei primi anni ’60, Porsche ha iniziato ad esplorare il settore e circa 20 anni dopo, nel 1984, ha ideato il primissimo PDK (Porsche DoppelKupplung) sulle auto da corsa, perfezionandolo nel corso degli anni.

Oggi, la stragrande maggioranza delle auto da corsa impiega trasmissioni automatiche o semiautomatiche, mentre molte auto stradali offrono opzioni di cambio automatico per migliorare le prestazioni e il comfort.

Turbo compressore

La turbo compressione, che consiste nell'utilizzo di un compressore azionato dai gas di scarico per aumentare l'apporto d'aria in un motore, non ha avuto origine direttamente nelle competizioni automobilistiche. La General Motors ha introdotto i primi turbocompressori sulla Oldsmobile F85 e sulla Chevrolet Corvair nel 1962, prima che questa tecnologia catturasse l'attenzione degli ingegneri automobilistici.

Inizialmente, le vetture sovralimentate non hanno avuto un impatto significativo fino a quando non sono state adottate per le competizioni automobilistiche. La svolta avvenne negli anni '70, quando Porsche introdusse i suoi modelli da corsa Can-Am 917/10 e 917/30, mentre Renault portò l'innovazione della sovralimentazione in Formula Uno.

Negli anni '80, il turbo divenne una presenza predominante nelle competizioni automobilistiche, con vetture di Formula 1, auto da rally e prototipi endurance che sfruttavano la tecnologia turbo per generare quantità impressionanti di potenza.

Questa epoca ha contribuito a diffondere l'uso dei turbocompressori nelle automobili di produzione; oggi, i turbocompressori vengono impiegati non solo per migliorare le prestazioni, ma sempre più anche per ridurre le dimensioni dei motori a favore del risparmio di carburante o di una cilindrata più contenuta.

Sospensioni

Spesso nelle nostre prove quando ci troviamo di fronte a schemi sospensivi raffinati e ben congeniati ci dilunghiamo nelle descrizioni, offrendo un piccolo panorama di quello che si cela sotto la scocca dell’auto. Che siano trapezi sovrapposti, multi-link, ponti, uniball, tutto nasce e deriva dal motorsport. Un esempio?

La Lotus del Campionato di Formula 1 guidata da Ayrton Senna nel 1987 fu la prima a utilizzare un sistema di sospensioni attive controllato da computer che si adattava ai cambiamenti delle condizioni della pista, consentendole di ottenere un maggiore grado di qualità di guida e manovrabilità. Sebbene lo sport abbia ora bandito questi sistemi, la tecnologia è migrata verso i veicoli omologati per uso stradale. Anche se sappiamo che questo specifico sistema è fin troppo articolato per essere inserito nelle auto più comuni, non è difficile però trovarlo nelle sportive come, ad esempio, la Hyundai i30 N che beneficia di sospensioni a controllo elettronico (ECS), capaci di ridurre il rollio e migliorare la velocità in curva.

Dischi freno e ABS

Insieme agli pneumatici, un ulteriore elemento importante delle nostre auto è il sistema frenante. Dall'invenzione dell'automobile, uno dei più significativi progressi nella tecnologia dei freni è stata l'introduzione dei freni a disco. Sono comuni sulle nostre auto, ma dove sono nati? Inizialmente, sebbene la forma fosse differente, negli aeromobili ma il primo campo di applicazione sulle vetture è stato il motorsport.

A scoprirli Jaguar che, agli inizi degli anni ’50 insieme a Dunlop, realizzò il primo sistema di freni a disco. L’introduzione, analogamente come il 4x4, fu da subito rivoluzionaria e permise al costruttore del Giaguaro di vincere la prestigiosa 24 Ore di Le Mans con una C-Type dotata proprio di questo sistema.

Come i freni a disco, i sistemi di frenatura antibloccaggio (ABS) erano usati più comunemente negli aerei prima che nelle automobili ma anche questo sistema deriva ed è apparso prima nel motorsport che sulle auto stradali.

Fari a LED

Con le auto moderne, i fari si accendono automaticamente al calare del sole per garantire una visione ottimale in qualsiasi momento. Tuttavia, la tecnologia dei fari stessi è stata affinata grazie all'esperienza in pista. In competizioni come Le Mans e altre gare di durata, i piloti devono essere in grado di vedere molto lontano, specialmente quando viaggiano a velocità estreme nell'oscurità più completa. Le condizioni estreme delle gare come le 24 Ore del Nurburgring e le 24 Ore di Le Mans, dove la pista non è illuminata oltre i rettilinei principali, richiedono auto da corsa dotate di potenti sistemi di illuminazione.

La maggior parte delle auto da endurance utilizza una pellicola gialla sui fari poiché la luce gialla si diffonde meno e può illuminare una distanza maggiore, anche in condizioni di nebbia. Tuttavia, case automobilistiche come Audi hanno sperimentato nuove tecnologie per i fari, tra cui xeno, i LED e, più recentemente, laser LED tutte sviluppate e testate in pista.

Ad esempio, l'Audi R18 TDI, che ha gareggiato nella classe LMP1 del WEC, è stata la prima vettura da endurance ad adottare fari completamente a LED. Ora, la maggior parte delle auto anche non premium offre fari a LED, mentre le vetture di punta di marchi come Audi, BMW e Mercedes dispongono anche di fari laser LED o Matrix LED che proiettano una luce estremamente intensa e penetrante.

Volanti

L’avanzamento tecnologico non si è limitato esclusivamente alla sostanza delle vetture, ma si è protratto anche all’interno dell’abitacolo con alcuni elementi ereditati direttamente proprio dal mondo delle corse. Il volante di una moderna auto da corsa è dotato di una moltitudine di pulsanti e display per dare al pilota il massimo controllo e informazioni. Anche se spesso lo diamo per scontato, va da sé che la presenza di comandi al volante sulle auto moderne sia una diretta correlazione al settore delle corse.

Guida autonoma

Le auto da corsa, per loro stessa natura, son nate per correre e nel pensiero comune sono sicuro che non ci possa essere una diretta correlazione con quelli che oggi chiamiamo assistenti e aiuti alla guida. Anche se sembrerà strano, il collegamento esiste ed è destinato a diventare sempre più solido. In occasione del MiMo 2023, ho avuto la possibilità di vedere da vicino il Campionato di Indy Autonomous Challenge che, come suggerisce il nome, è una competizione che riguarda vetture da Indycar (modificate) dotate però di un sistema di guida autonoma super avanzato.