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a cura di Alessandro Crea

Non c'è dubbio che le auto a guida autonoma siano il futuro, almeno per quanto riguarda l'evoluzione delle vetture stradali, ma in pista gli esseri umani al momento dettano ancora legge, come ha dimostrato la recente sfida svoltasi tra il pilota Ryan Tuerck e un'auto a guida autonoma DevBot sul tracciato di Formula E di Roma.

Come ricorderete, già nel 2015 La Formula E e il fondo d'investimenti Kinetik hanno annunciato una partnership volta a creare Robororace, una nuova serie di corse per automobili elettriche a guida autonoma.

roborace 04

Corsa che ancora non si è concretizzata ma che sta portando nelle gare di Formula E alcune DevBot (le auto a guida autonoma) a sfidare gli esseri umani, per il momento con risultati deludenti.

Nonostante gli sviluppi dell'intelligenza artificiale e della strumentazione in questo settore infatti guidare un'auto oltre certi limiti di velocità, tagliare una curva, decidere quando frenare, sono attività fortemente legate all'istinto. Per questo sulla pista di Roma, dopo alcuni giri di riscaldamento, Tuerck è riuscito a ottenere un tempo di 1:51.8, mentre il DevBot si è dovuto fermare a 2:18.4, subendo così un distacco di oltre 26 secondi, che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni.

Non è la prima volta del resto che una soluzione autonoma fallisce nello sfidare un essere umano. Lo scorso anno la superbike autonoma di Yamaha, in sviluppo anch'essa dal 2015, avrebbe dovuto essere più veloce di Valentino Rossi ma è rimasta a ben 30 secondi dal pilota di Tavullia. Insomma, i computer potranno anche batterci a scacchi e probabilmente a breve sapranno anche guidare le auto offrendoci maggior attenzione e sicurezza, ma quando si tratta di dover decidere quando premere sull'acceleratore o sul freno e che traiettoria impostare non ce n'è per nessuno. Non ancora almeno.