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Maserati non è e non sarà messa in vendita

Stellantis mantiene Maserati nonostante le vendite in calo e le minacce di dazi negli Stati Uniti. Il marchio di lusso resterà a Modena

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a cura di Tommaso Marcoli

Editor

Pubblicato il 14/04/2025 alle 18:03

La crisi senza precedenti di Maserati ha costretto Stellantis a chiamare in soccorso la società di consulenza McKinsey & Company per analizzare una situazione che appare sempre più drammatica. I numeri parlano chiaro: un crollo delle vendite del 57% lo scorso anno, con appena 11.300 vetture consegnate, seguito da un ulteriore tracollo del 48% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A complicare il quadro si aggiungono i nuovi dazi imposti dall'amministrazione Trump, che colpiranno pesantemente il marchio del Tridente, considerando che nessuno dei suoi modelli viene prodotto negli Stati Uniti, storicamente uno dei mercati principali per il costruttore modenese.

Nonostante le voci ricorrenti su una possibile cessione, Santo Ficili, nuovo responsabile di Maserati, ha categoricamente smentito qualsiasi ipotesi di vendita. "Stellantis conferma il suo impegno verso l'Italia, i suoi lavoratori e tutti i suoi marchi, inclusa Maserati", ha dichiarato in una lettera indirizzata al sindacato dei metalmeccanici Uilm. Una presa di posizione netta che arriva dopo che, lo scorso anno, l'allora direttore finanziario Natalie Knight aveva lasciato intendere possibilità diverse, affermando che "potrebbe arrivare un momento in cui valutare qual è la casa migliore per Maserati".

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Stellantis aveva prontamente smentito con un comunicato ufficiale, ribadendo che il marchio modenese sarebbe rimasto all'interno del gruppo. Ficili ha inoltre escluso categoricamente l'ipotesi di una fusione con Alfa Romeo, chiarendo che mentre quest'ultima è posizionata nel segmento "premium", Maserati rappresenta il "lusso", pur ammettendo la possibilità di una collaborazione più stretta tra i due marchi italiani.

Un elemento chiave della crisi del Tridente è legato alla transizione elettrica, che si sta rivelando più complessa del previsto nel segmento del lusso. Maserati ha dovuto abbandonare i piani per una versione elettrica della MC20, dopo aver constatato che i potenziali acquirenti non erano pronti per questo passaggio: "Gli studi di mercato per il segmento delle supersportive, in particolare per i clienti MC20, hanno dimostrato che sono molto legati alla guida di potenti motori termici come il Maserati Nettuno V6, che incorpora tecnologie derivate dalla Formula 1, ma non sono pronti a passare ai veicoli elettrici nel prossimo futuro".

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Nonostante gli Stati Uniti restino, secondo Ficili, "un mercato strategico per Maserati", l'impatto dei nuovi dazi rischia di essere devastante per un brand che già fatica a mantenere i volumi di vendita. Stellantis ha comunque ribadito l'impegno assunto nel 2021 di mantenere tutti i suoi 14 marchi per almeno 10 anni, inclusi Abarth, DS Automobiles, Lancia, Chrysler e gli altri del gruppo.

Nel frattempo, il gruppo sta finalizzando la ricerca di un nuovo amministratore delegato che sostituisca Tavares, con un annuncio atteso entro la prima metà dell'anno. Una nomina che potrebbe risultare cruciale per il futuro di Maserati, in un contesto di profonda trasformazione dell'industria automobilistica globale e di sfide senza precedenti per i marchi di lusso tradizionali.

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