Mercato auto, nel 2021 crollo del 25,5%

Nel 2021 sono state 11.774.885 le vetture immatricolate tra l'Unione Europea, il Regno Unito e i Paesi Efta.

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a cura di Valentina Acri

ACEA mostra una nuova fotografia relativa all'andamento del mercato automotive del Vecchio Continente. Secondo i dati diffusi, nel 2021 sono state 11.774.885 le vetture immatricolate tra l'Unione Europea, il Regno Unito e i Paesi Efta.

Non dimentichiamo che lo scorso anno il mercato automobilistico ha subito gravi effetti sia dalla pandemia da Covid-19 che dai problemi legati alla fornitura di semiconduttori che ha portato a conseguenti effetti sulla produzione dei veicoli di tantissime case automobilistiche. Se confrontiamo dunque le immatricolazioni del 2021 con quelle del 2019 si nota infatti come il mercato auto europeo abbia subito un netto calo (25,5%).

Analizzando i dati del 2021 diffusi nelle scorse ore da ACEA emerge come la crisi sia riuscita a colpire tutti i mercati nazionali: non a caso, nel 2021 è stato registrato un calo in tutti mercati ad eccezione di Islanda e Norvegia. A segnare il dato maggiormente negativo è la Spagna che nel 2021 rispetto al 2019 registra un calo del 31,7%, segue il Regno Unito (-28,7%), Germania (-27,3%), Francia (-25,1%) e Italia (-23,9%).

Con riferimento ai dati complessivi europei 2021, nel mese di dicembre sono state immatricolate 950.218 vetture tra Unione Europea, Regno Unito e Paesi Efta; un risultato che conferma una flessione del 21,7% sul 2020.

Un anno da dimenticare il 2021 per il mercato dell’auto europeo, che perde dunque il 25,5% di immatricolazioni rispetto al 2019. I numeri diffusi dall'associazione mostrano dunque le difficoltà con cui il settore automotive deve ancora oggi far fronte. I segnali non sono infatti del tutto incoraggianti considerando che la crisi dei chip è ancora in corso, con effetti drastici sulla produzione dei nuovi veicoli delle diverse Case costruttrici.

Per quanto riguarda le prospettive, resteranno inevitabilmente negative per tutto il 2022 perché la pandemia morde più di quello che si pensasse e perché la crisi dei microchip sembra destinata a non trovare soluzioni in tempi brevi, ha dichiarato il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano.