Mobilità elettrica, Enel guiderà la svolta in Italia con 28mila punti di ricarica entro il 2022

Francesco Starace, amministratore delegato ENEL, ha rivelato in un'intervista a La Repubblica che l'azienda investirà circa 300 milioni di euro per realizzare 28mila punti di ricarica nel nostro Paese entro il 2022.

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a cura di Alessandro Crea

La mobilità elettrica è davvero il futuro? La risposta è sì secondo Francesco Starace, amministratore delegato ENEL, come ha spiegato in un'intervista a tutto campo ad Affari&Finanza di Repubblica. L'aspetto più interessante e concreto riguarda però soprattutto gli investimenti: 300 milioni di euro circa per realizzare in Italia circa 28mila punti di ricarica pubblici.

Si tratta di un annuncio molto importante perché uno dei fattori critici per il mancato decollo delle auto elettriche in Italia, rispetto soprattutto all'Europa centro-settentrionale, è proprio la mancanza di un'infrastruttura adeguata che, assieme all'assenza di incentivi economici reali e all'autonomia ancora limitata delle automobili elettriche, dissuade i più dal fare il grande salto.

Ma non è tutto, perché Starace ha fatto riferimento anche ai punti di ricarica privati, da installare cioè nel proprio garage. ENEL infatti produce anche quelli e l'azienda conta di raggiungere complessivamente, tra pubblici e privati, ben 450mila punti di ricarica, sempre entro i prossimi quattro anni. Sarebbe un bel passo per il nostro Paese che attualmente è fanalino di coda in Europa Occidentale per diffusione di paline di ricarica.

La mobilità elettrica però deve affrontare anche altri limiti, come ad esempio il costo delle automobili, ad oggi elevato, e la sostenibilità ambientale, visto che ovviamente un maggior numero di auto elettriche significa anche maggiori consumi di energia, col rischio concreto quindi di trasferire la fonte dell'inquinamento semplicemente dall'automobile su strada alla centrale elettrica. Starace però ha le idee chiare su entrambi gli argomenti.

"Oggi [le auto elettriche] sono più care [rispetto a quelle a combustione] perché sono quasi un prodotto artigianale. Ma se i numeri diventano rilevanti la proporzione si inverte", ha infatti risposto Starace all'intervistatore che chiedeva se le auto elettriche non fossero altro che un prodotto per ricchi, che creerà un social divide nella mobilità. "Perché una macchina elettrica in assoluto prodotta a ritmi industriali costa meno delle altre ed è conveniente nella manutenzione", affermazione veritiera in quanto i motori elettrici, non avendo parti meccaniche in movimento, sono molto meno soggetti all'usura del tempo rispetto agli odierni motori a combustione.

L'AD di ENEL ha poi parlato anche del problema energetico e della possibilità di utilizzare le automobili anche come accumulatori per stabilizzare la rete elettrica. "La mobilità elettrica porta grandi vantaggi all'ambiente: niente particolato, niente emissioni locali di CO2. E chi dice che l'ambiente è comunque inquinato dalla necessità di produrre più energia sbaglia i conti. Già oggi in Europa considerando il mix tra fonti rinnovabili e quelle tradizionali i vantaggi della mobilità elettrica sono evidenti e sono destinati ad aumentare al crescere della penetrazione delle fonti rinnovabili".

Proprio la diffusione delle rinnovabili è infatti la chiave di volta dell'intero discorso, perché quando la maggior parte dell'energia elettrica sarà prodotta in questa maniera verrà a cadere qualsiasi considerazione negativa sulla necessità di produrre più energia elettrica in futuro. Come sappiamo però una rete basata per lo più su fonti rinnovabili è potenzialmente assai instabile, poiché la produzione di energia è legata a fattori ambientali attualmente assenti o poco influenti. I mesi invernali in cui il cielo è nuvoloso o l'assenza di vento incidono ad esempio negativamente sulla produzione di energia solare ed eolica. Per questo è importante poter stoccare l'energia in eccesso al momento della produzione, in modo da reimmetterla nella rete quando è necessario.

La soluzione a questo problema sta proprio nell'utilizzo bidirezionale dei sistemi di ricarica, che consentano cioè ai proprietari di auto elettriche di prelevare l'energia quando gli serve, ma anche di reimmetterla quando l'auto non è in uso. In questo modo loro risparmierebbero anche da un punto di vista economico e la rete elettrica sarebbe sempre stabile.

"Quando l'auto è collegata alla rete per la ricarica il proprietario la paga ma, se è d'accordo, può anche cedere corrente che non utilizza", ha spiegato infatti Starace. "Se un'auto è collegata al sistema ne diventa parte e può contribuire a questo equilibrio. E il proprietario viene compensato per quello che cede".