Prova, Mini John Cooper Works: vivace, ma con una melodia contenuta per le normative

La sigla John Cooper Works distingue la Mini più “cattiva” (e costosa) dalla variante più "civile"; abbiamo avuto la possibilità di provarla per qualche giorno apprezzandone le doti telaistiche.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Dopo la prova della Mini Countryman SD All4, abbiamo passato un paio di settimane alla guida della versione più pepata John Cooper Works. Esteticamente, rispetto alla versione base, la JCW vede paraurti maggiorati e soluzioni estetiche più sportiveggianti, come non è difficile immaginare. Non differentemente dal solito non mi dilungo sulla descrizione estetica, lasciandovi ammirare le foto a corredo di questa prova. Mi limito a dei commenti molto personali, soprattutto sulla livrea dell’auto in prova, in british racing green con tetto e specchietti rossi, un abbinamento forse poco intuivo per chi si avvicina al mondo Mini ma molto bello. Lo stesso si può dire del disegno dei cerchi e dei loghi neri.

All’interno di accoglie il classico ambiente Mini, di dimensioni contenute ma comunque vivibile. I sedili sono avvolgenti, ma ugualmente comodi, anche per un lungo viaggio. Dietro si viaggia un po’ scomodi, ma per spostamenti corti non è la fine del mondo. Il bagagliaio ha una capienza limitata, sufficiente per una valigia piccola e una borsa, o per una spesa di due sacchetti e una confezione d’acqua. È però possibile triplicare lo spazio abbattendo lo schienale dei sedili, sdoppiati.

La posizione di guida è molto comoda grazie al poggiabraccio regolabile e al supporto nella portiera che permette di appoggiare i gomiti e afferrare il volante in maniera sicura. Questo comporta una guida abbastanza ravvicinata al volante, impostazione che viene quasi naturale considerando la indole di questa Mini. Sedili riscaldati su tre livelli e volante riscaldato offrono il giusto comfort anche d’inverno, così come il volante regolabile in altezza che sposta anche il display strumenti, in maniera tale che non ci sia mai la possibilità che il volante copra delle informazioni.

Il volante stesso ha un diametro contenuto e uno spessore dell’impugnatura maggiorato, s’impugna molto bene ed è possibile affrontare una guida vivace con il massimo controllo, anche se la capacità di sterzata non è differente rispetto ad altre Mini e, in generale, altre auto. I pulsanti a volante permettono principalmente di regolare il volume della riproduzione multimediale e di gestire il cruise control e le funzioni ADAS. I pulsanti sono grandi, cadono bene sotto ai polpastrelli e in pochissimo tempo riuscirete a interagire senza doverli guardare. Tuttavia può capitare di premere i tasti semplicemente impugnando il volante, soprattutto se siete abituati a impugnarlo alle nove e un quarto, posizione ideale se volete interagire con il cambio tramite i paddle a volante.

Il quadro strumenti è composto da uno schermo LCD centrale dalla copertura opacizzante che, se da una parte elimina i riflessi, dall’altra rende le immagini visualizzate meno nitide del desiderabile. Non manca un HUD che utilizza un inserto in plastica su cui visualizzare la velocità e altre informazioni, come l’attivazione del cruise control o le indicazioni stradali. La posizione dell’HUD è probabilmente troppo bassa; anche abbassando al massimo il sedile la linea visiva posiziona le informazioni in trasparenza sulla parte alta del cofano che è visibile dall’abitacolo.

Il display touchscreen, incastonato nel classico elemento tondo che ormai ci accompagna fin dai primissimi modelli di Mini, ha una dimensione di 8.8 pollici ed è possibile interagirci anche tramite la manopola posizionata nel canalone centrale, elemento ricorrente su Mini e BMW. La principale novità è il nuovo software che non cambia nella sostanza ma si offre con una nuova veste grafica e interfaccia utente. Nonostante Mini l’abbia abbellito e inserito vari widget, non possiamo dire che sia intuitivo; al contrario, la nuova interfaccia manda velocemente in confusione, al punto tale che appena saliti a bordo abbiamo dovuto fermarci per capire come collegare uno smartphone tramite il bluetooth. Non ci accade spesso, anzi praticamente mai, e nonostante questo aspetto abbiamo trovato il menù apposito in qualche decina di secondi, il vecchio sistema e tutte le soluzioni concorrenti sono decisamente più intuitive. Per essere chiari, si tratta di spendere un po’ più di tempo per una curva di apprendimento più ripida, che tuttavia potrete anche evitare grazie alla compatibilità con CarPlay.

Il tasto di accensione e tutti gli altri comandi sono allineati nella plancia sotto allo schermo centrale, nel classico e affascinante stile mini. In questa zona si trova anche il tasto a levetta per selezionare la modalità di guida. Un comportamento che non ci è piaciuto è la visualizzazione di una schermata di alcuni secondi ogni qualvolta cambiamo la modalità di guida, particolarmente fastidiosa se state, ad esempio, seguendo le indicazione del navigatore tramite Carplay.

Le modalità di guida sono tre, una “eco”, una “mid” e una “sport”. La modalità Eco limita pesantemente la prontezza del motore alla pressione dell’acceleratore, ma permette di viaggiare in comodità limitando i consumi, soprattutto se abbinati al cruise control che permette di mantenere la velocità e frenare l’auto fino a fermarla. Non riparte da sola, ma è sufficiente la pressione dell’acceleratore per riattivare l’automatismo. Le modalità “Mid” e “Sport” differiscono principalmente sulla prontezza, poiché la modalità Sport mantiene giri più alti, disattiva lo stop & go e quindi mantiene Mini JCW più vicina ai valori di coppia. Tuttavia la migliore esperienza di guida l’abbiamo sperimentata con il cambio manuale, nonostante l’automatico a doppia frizione e sette rapporti sia veloce e preciso. Quello che ci è mancato principalmente nell’esperienza di guida è lo sprint da ferma e la ripresa, dove permane quel secondo circa di vuoto prima che il 2 litri e quattro cilindri sprigioni tutti i suoi 231 cavalli. Lo 0-100 è indicato a 6.1 secondi (cambio automatico), ed è possibile raggiungerli in condizioni ideali con una buona aderenza. Mini JCW si guida bene e con la massima reattività a giri alti, se lasciate scendere il motore sotto i 3000 giri dovrete passare al manuale per la massima reattività.

In termini di precisione di guida, invece, Mini è sempre… Mini, grazie a un assetto rigido che rende i cambi di direzione istantanei. Mini lo chiama “effetto go kart”, e rende perfettamente l’idea di quello che significa. Anche sul dritto, un cambio di direzione istantaneo si traduce in pochissimo rollino e una precisione prevedibile che offre elevato controllo. Anche in curva su fondo che fa perdere un po’ di aderenza, l’auto comunica il suo comportamento in anticipo e non fa sorprese. Nonostante l'assetto e la rigidità, non è necessario scende a compromessi per viaggiare comodi; le sospensioni adattive, nelle modalità “non Sport”, assorbono bene le buche e permettono di viaggiare rilassati. Certo, non avrete il comfort di un SUV, per intenderci, ma si viaggia bene come su una berlina.

Dedichiamo un paio di righe al rumore; le normative Euro (emissioni) hanno messo la museruola a motore e, soprattutto, scarico, che rimane soffocato in tutte le modalità e giri. Il rumore è cupo e profondo, ma non si può dire che Mini JCW sia un’auto famosa per la sua rumorosità; mentre per alcuni questo aspetto potrebbe rappresentare un difetto, per altri potrebbe essere quasi un pregio. Anche se omologati, gli scarichi rumorosi potrebbero attirare sguardi non desiserati, perfino da parte delle FFOO; avere a disposizione un'auto dalle elevate prestazioni e, al tempo stesso, silenziosa, potrebbe anche rappresentare un aspetto positivo soprattutto nei centri storici.

Parlando di consumi, con un’auto del genere è veramente difficile dare una reale media, perché se deciderete di viaggiare in Eco stando attenti a come premete l’acceleratore, riuscirete a fare i 15 km al litro circa, un valore da considerare solo se avete davanti un lungo viaggio. In tutte le altre situazioni è più probabile considerare una media attorno ai 10 km al litro, e valori che si dimezzano ulteriormente se volete fare un giro in pista.