Renault Captur E-Tech Plug-in Hybrid, cosa ci piace e cosa no | Pro e contro

Abbiamo provato Captur Rive Gauche, il modello in serie limitata del crossover di Renault; in questo articolo analizziamo gli aspetti che ci han convinto o meno.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Nata nel 2013 come sostituta della Modus, Renault Captur è un crossover giunto, nel 2019, alla sua seconda generazione. Realizzato sulla piattaforma CMF-B, è disponibile sul mercato in diverse declinazioni: ibrida leggera, completamente endotermica e ibrida plug-in.
 

Renault Captur è, come accennato, un crossover compatto e misura 4,22 metri in lunghezza per 1,79 metri in larghezza e 1,57 metri in altezza. Il peso varia in base alla motorizzazione scelta, ma è compreso in una forbice che va da 1.190 kg a 1.564 kg (della ibrida plug-in). Ma quali sono gli aspetti che ci hanno più convinti e quali, invece, ci hanno lasciato sensazioni contrastanti? 

Cosa ci convince 

Riconosciamo, e lo abbiamo precisato in più occasioni, che il design è un aspetto puramente soggettivo; Renault Captur beneficia di linee muscolose che la rendono particolarmente “importante” sulla strada. A differenza di quanto si potrebbe pensare non si tratta di “una Clio maggiorata”, ma di una nuova soluzione a tutti gli effetti. Gli allestimenti a disposizione sono numerosi e anche in serie limitata, come la Rive Gauche oggetto di questa prova; qui abitacolo e esterni vantano ora una finitura nero lucida che rendono Captur ancora più elegante e raffinata. Con Rive Gauche, Renault si ispira al nome della sponda sinistra della Senna (il fiume di Parigi), simbolo per antonomasia della città francese. Ottima la dotazione di serie con tachimetro completamente digitale e fanaleria full-led anteriore e posteriore.  

L’abitacolo è ben studiato, con comandi disposti semplici e facilmente raggiungibili; le numerose ghiere dotate di display regalano una sensazione “premium” sebbene il veicolo si posizioni in una categoria differente. Bene anche la plancia sospesa che permette di ospitare facilmente lo smartphone qualora lo si volesse collegare al sistema di infotainment via cavo per attivare Android Auto o Apple CarPlay; per dare una misura, un iPhone 13 ci calza perfettamente. Disponibile, forse solo in alcuni allestimenti, anche la ricarica wireless che però non trova, al tempo stesso, funzionalità mirroring senza fili nel sistema di intrattenimento digitale.  

L’abitabilità è valida, anche a pieno carico, merito soprattutto della panchetta a scorrimento posteriore che permette di guadagnare fino a 16 centimetri in profondità. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, in quanto il baule perde capacità nella motorizzazione plug-in ossia quella dotata di pacco batterie; nonostante questo aspetto crediamo che la capacità sia valida, complice anche la bocca d'accesso ampia che permette un'accesso pratico e senza limitazioni. Buona infine l’insonorizzazione, anche alle alte velocità; abbiamo rilevato solo un lieve fruscio, in concomitanza dello specchietto, intorno ai 130 km/h.  

Renault Captur è un crossover capace anche in termini di sicurezza, sia attiva sia passiva; nei test di Euroncap ha ottenuto al suo debutto 5 su 5 stelle, registrando un’elevata protezione per adulti e bambini (>85%). Disponibili di serie numerosi aiuti alla guida, dal freno di stazionamento elettrico con funzione Auto-Hold fino al cruise control. 

Cosa non ci convince 

Se il design è un aspetto soggettivo, crediamo che aver un catalizzatore così prominente e a vista sia un elemento che non può passare inosservato. Il catalizzatore sporge davvero tanto sotto il pianale dell’auto, dando la sensazione che ci possa addirittura strusciare in situazioni particolari.  

Come sappiamo Captur è una plug-in, pertanto ha a disposizione sia una controparte endotermica sia una elettrica; il cambio è il classico da vettura “rilassata” e il sistema di swap non è da meno. Il passaggio tra le due motorizzazioni è piuttosto evidente e decisamente poco fluido. Un altro aspetto, legato alla dinamica, che non ci ha particolarmente colpiti è il freno che appare sempre molto “spugnoso”. Chi si è trovato a guidare più vetture nel corso degli anni saprà benissimo a quale sensazione ci stiamo riferendo; la corsa non è uniforme e la frenata non trasmette un grande feedback, è necessario un po’ di allenamento per entrarci in sintonia. 

Nonostante l’abitacolo sia valido sotto più punti di vista, ci sarebbe piaciuto trovare di serie un bracciolo dotato di pozzetto, così da incrementare lo spazio “coperto” disponibile a bordo. Ultimo ma non meno importante la dotazione in termini di aiuti alla guida: nonostante Rive Gauche sia una serie limitata, non è disponibile il Cruise Control adattivo. Un vero peccato. 

Come si guida 

Renault Captur, in qualsiasi declinazione, non è una vettura con velleità sportive pertanto non aspettatevi particolari prestazioni o comportamenti dinamici. Nonostante questa premessa, il motore con la batteria completamente carica ha un buon tiro e riesce a muovere con un po’ di brio la massa di oltre 1.500 kg di Captur plug-in; divertimento che termina non appena si esaurisce completamente la batteria, a causa della potenza limitata del propulsore endotermico. 

La configurazione di Captur prevede tre propulsori: 1.6 aspirato da 90 cavalli, HSG starter e generatore da 400V (deputato a mettere in “contatto” ICE e EV) e I-Motor da 70 cavalli e 200 Nm. In totale, Captur giunge a 160 cavalli di potenza combinata con uno spunto 0-100 di poco superiore ai 10 secondi.  

La batteria da 9,8 kWh assicura una autonomia di circa 50 km in città e consente un viaggio in modalità full elettrica fino a 135 km/h. La gestione è interessante e altamente personalizzabile. I consumi in modalità elettrica sono nella media, mentre in modalità endotermica potrebbero essere migliori; in autostrada a 130 km/h con la batteria completamente scarica abbiamo registrato i 10 km/l. Un valore legato, quasi sicuramente, al tiro contenuto del motore endotermico e al peso che sicuramente non facilita le situazioni.

Lo sterzo è preciso, mentre l’assetto tende a cedere molto soprattutto nelle curve più strette e dirette; la sensazione è che Captur sia un’auto da viaggio, da utilizzare in maniera molto progressiva senza particolari “strattoni”. 

Conviene? 

Il segmento di Captur è ricco di proposte più o meno in target a livello di prezzo; il crossover francese in questo contesto si posiziona molto bene con un’offerta variegata da 22mila fino a 37mila euro. Conviene acquistarla ora? In questo particolare periodo storico è difficile valutare bene questo aspetto, complice un andamento dei prezzi del carburante, e della corrente, repentino. Mentre la benzina ha subito una piccola battuta d’arresto, il prezzo della elettricità è in continuo aumento. In linea generale, se avete la possibilità di caricare a casa (o in ufficio) Captur, la versione plug-in è sicuramente una valida scelta. 

Se invece non avete la possibilità di una ricarica domestica e vi affidate solamente alle colonnine, il conto potrebbe farsi più salato. Inoltre, qualora la benzina dovesse tornare a quasi 2 euro i consumi in endotermico potrebbero farsi sostenuti.