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a cura di Alessandro Crea

Nelle scorse ore in Arizona un'auto a guida autonoma della flotta Uber ha investito una donna intenta ad attraversare la strada, uccidendola. In attesa di comprendere meglio l'accaduto l'azienda ha ovviamente sospeso l'intero programma sperimentale in atto in varie città degli Stati Uniti e del Canada, tra cui Pittsburgh, San Francisco, Toronto e Phoenix, ma l'incidente ha anche riaperto il dibattito: le auto a guida autonoma sono realmente sicure?

Dalle prime ricostruzioni, a bordo dell'automobile c'era anche un conducente umano di supporto che non è riuscito a riprendere in tempo i comandi dell'auto. Secondo il parere preliminare della Polizia di Tempe però l'incidente sarebbe stato inevitabile per chiunque, automobile o essere umano, perché la donna sarebbe sbucata dal nulla, in una zona della strada con poca luce e visibilità.

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Per Uber, fatalmente, si tratta del secondo incidente nella stessa zona, a un anno esatto di distanza, anche se la volta precedente la Volvo XC90 utilizzata per i test non aveva colpe e comunque non c'erano state vittime.

L'azienda, tramite un Tweet, ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima e piena disponibilità a cooperare con le forze dell'ordine, concetti peraltro espressi pochi minuti prima proprio dal CEO di Uber, Dara Khosrowshahi.

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L'incidente capita per altro in un momento molto delicato: proprio poche settimane fa il governatore dell'Arizona Doug Ducey aveva dato il via libera alla circolazione sulle strade pubbliche delle auto a guida autonoma anche senza personale a bordo. La decisione aveva già sollevato proteste in quanto in Arizona, a differenza della California, le aziende che sperimentano nel settore non devono ottenere alcun permesso speciale, ma solo garantire il rispetto degli standard di sicurezza correnti sia a livello federale che locale.

La sensazione è che mentre da un lato le autorità si stanno muovendo verso l'integrazione di questi sistemi di guida (è di qualche giorno fa la notizia del via libera alla sperimentazione anche in Italia), l'opinione pubblica continui a nutrirsi di dubbi e paure, la maggior parte delle volte anche ingiustificati.

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Alla base c'è la normale diffidenza dell'essere umano verso le macchine e tutto ciò che è artificiale, ma se questa situazione non verrà gestita correttamente da media, aziende del settore e politici, la situazione potrebbe anche peggiorare. A San Francisco ad esempio alcune persone hanno iniziato letteralmente ad attaccare le auto a guida autonoma per strada, senza alcun motivo apparente se non l'avversione per queste soluzioni. Attendere l'insorgere di un movimento neo-luddista, tra paure per la perdita di posti di lavoro e per l'effettiva affidabilità dei mezzi autonomi non è certamente la soluzione migliore.