Ancora scarsità di talenti nel settore ICT: ormai è emergenza

Il problema dei talenti nel settore informatico continua a rappresentare un grave problema per le aziende che non sanno dove reperirne a sufficienza.

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a cura di Stefano Silvestri

Il mercato del lavoro ha subito una trasformazione drastica a seguito della crisi pandemica, con un aumento della complessità nella ricerca di professionisti dotati di competenze digitali avanzate. Se nel 2022 il 40% delle imprese ha riscontrato problemi nella ricerca del personale, il settore dell'ICT ha fatto registrare valori ancora più allarmanti, raggiungendo il 52% secondo il Rapporto CENSIS-IISFA.

Ruoli come lo sviluppatore di software o l'ingegnere dei dati si trovano tra le professioni emergenti più richieste nell'ambito della transizione digitale per il prossimo quinquennio (2023-2027) nel settore IT e delle telecomunicazioni. Le figure più richieste sono però gli specialisti in cyber security.

Un mondo meno sicuro

Stando all’ultimo rapporto CENSIS-IISFA, nel 2022 gli attacchi informatici alle infrastrutture sono aumentati del 138%. Ancora peggio i reati informatici: quelli denunciati alle autorità giudiziarie dalle Forze di Polizia sono raddoppiati nel corso di quasi dieci anni (+155,2%). Una statistica, questa, ancora più allarmante se si tiene conto che non tutti si rivolgono alle forze dell’ordine dopo aver subito un reato.

Nell'ultimo anno il 76,9% degli italiani ha affrontato almeno una minaccia informatica, una percentuale che sale all'87,3% tra i 18-34enni. Smishing (una forma di phishing che utilizza gli sms come metodo di attacco) e phishing sono le tecniche più utilizzate dai cyber criminali. Il 60,9% della popolazione ha ricevuto un messaggio sospetto, mentre il 56% è stato bersaglio di e-mail ingannevoli che chiedevano informazioni sensibili.

Ne consegue che il cyber crimine sta avendo un impatto crescente sulla società, causando preoccupazione al 62,9% degli italiani. Nel 53,2% della popolazione, i principali attacchi informatici hanno poi generato la paura che i propri dati potessero essere rubati e usati per altri scopi.

Asimmetria digitale

Quanto appena descritto lascia intuire quanto sia forte la richiesta di competenze digitali. Eppure, nel 2022 il 52% delle imprese del settore ICT ha dichiarato difficoltà a trovare lavoratori. Un dato che si spera migliori in futuro considerando che l'offerta formativa universitaria in materia si è ampliata. A gennaio 2022 erano disponibili 13 lauree specifiche sul tema della cybersecurity, un anno dopo erano 26. Anche l'offerta di corsi di formazione professionale si è ampliata, con un aumento delle proposte relative alla cybersecurity.

Il problema è stato evidenziato anche da Fulvio Duse, COO di Aton IT: “Le aziende lamentano la scarsezza di competenze digitali tali da assicurare una trasformazione tecnologica interna, spesso incentrata sulla valorizzazione di grandi quantità di dati, informazioni e sulla protezione dei sistemi informativi”.

La formazione aziendale si adatta

Gli esperti di Big Data analytics e Cyber Security sono tra i profili più ricercati, seguiti da professionisti specializzati in Intelligenza Artificiale, Internet of Things, robotica, blockchain e realtà aumentata e virtuale. La complessità di queste competenze sta portando le organizzazioni a cercare nuovi talenti all'esterno, mentre per quanto riguarda il cyber risk l’importanza del tema è tale che si sta procedendo anche alla formazione interna.

Il 55,4% dei dipendenti intervistati nella stesura del rapporto CENSIS-IISFA riferisce infatti di aver partecipato o che parteciperà a corsi per prevenire o affrontare potenziali attacchi informatici. Di questi, il 27,3% ha seguito almeno un corso specifico nell'ultimo anno, il 14,6% ha programmato una formazione nei mesi a venire e il 13,5% ha partecipato a corsi oltre un anno fa.