ChatGPT: artefice di una competizione feroce per l'IA generativa

Dopo ChatGPT le big tech hanno iniziato la loro corsa agli armamenti per dominare il mercato dell'IA generativa.

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a cura di Marina Londei

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Quello di ChatGPT è un successo accaduto all'improvviso, che nemmeno OpenAI si aspettava. Basti pensare che fino a metà novembre non era nemmeno nei piani dell'azienda: OpenAI puntava a rilasciare GPT-4, un nuovo modello che avrebbe rimpiazzato la versione precedente a partire dai primi mesi del 2023.

Invece, a metà dello scorso novembre, i manager dell'azienda hanno richiesto lo sviluppo e il rilascio di un chatbot nel minor tempo possibile, che usasse GPT-3. Dal 30 novembre, data in cui ChatGPT si è presentato al mondo, il mondo dell'IA generativa è cambiato per sempre.

Kevin Roose, autore presso New York Times, ha ripercorso la storia del chatbot soffermandosi sull'impatto che ha avuto non solo sugli utenti, ma soprattutto sulle big tech che di punto in bianco si sono trovate di fronte un competitor del tutto nuovo e pericoloso.

Il successo del chatbot ha letteralmente travolto OpenAI, che ora si trova nella difficile posizione di ridimensionare l'entusiasmo degli utenti e far fronte alle controversie nate dall'uso del tool.

I numeri del chatbot parlano di più di 30 milioni di utenti attivi, con 5 milioni di visitatori ogni giorno; numeri coi quali l'infrastruttura di OpenAI non riesce a competere, come tutti noi abbiamo potuto verificare. Considerando che non ci sono annunci pubblicitari quando si usa il chatbot, ogni conversazione è in realtà un costo per l'azienda. Così, inevitabilmente, è arrivato l'annuncio di ChatGPT Plus, un abbonamento mensile per accedere ai servizi del chatbot.

Cosa più importante, ciò a cui ha portato ChatGPT, spiega Roose, è una vera e propria corsa agli armamenti che coinvolge aziende del calibro di Meta e Google, loro malgrado. Volenti o nolenti, le aziende tech di tutto il mondo si sono ritrovate nella scomoda posizione di rispondere a OpenAI nel più breve tempo possibile, colte alla sprovvista da un chatbot che continua a monopolizzare l'attenzione dopo mesi dal rilascio.

Una nuova era

C'è chi storce il naso di fronte alle possibilità che si aprono con ChatGPT e le tecnologie generative: a loro dire il lavoro di alcune figure professionali, come artisti o scrittori, potrebbe esaurirsi e venire sostituito dall'IA. In parte, come abbiamo visto, sta già accadendo, anche se vale la pena ricordare che, almeno per il momento, i risultati non sono paragonabili a quelli umani.

Ma, guardando la questione da un altro punto di vista, le tecnologie di IA generativa possono aumentare le abilità umane, aiutandoci nei nostri compiti senza sostituirci. 

Quel che è certo è che tutti hanno sentito l'onda d'urto generata da ChatGPT, a cominciare dalle big tech. Mentre Baidu dalla Cina si prepara a presentare al mondo un chatbot ancora più potente di quello di OpenAI, l'azienda di Altman lavora su GPT-4. Forse, dopo il trionfo iniziale, la prossima versione di ChatGPT non stupirà più di tanto gli utenti; ormai, però, l'era dell'IA generativa è iniziata, dando il via a una nuova corsa al dominio della tecnologia.