Il mercato europeo dei servizi cloud infrastrutturali vive una fase di forte tensione dopo che l'associazione CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe) ha deciso di sfidare frontalmente la Commissione Europea per la sua decisione di autorizzare l'acquisizione di VMware da parte di Broadcom. La controversia tocca il cuore della competitività tecnologica europea e solleva interrogativi sulla capacità dei regolatori di prevedere le conseguenze reali delle mega-fusioni nel settore tech. L'iniziativa legale, depositata presso il Tribunale Generale dell'Unione Europea, rappresenta un caso che potrebbe ridefinire gli equilibri del cloud computing continentale.
La battaglia legale contro Bruxelles
Ben Maynard, portavoce di CISPE, non usa mezzi termini nell'illustrare le ragioni del ricorso contro la decisione della Commissione del luglio 2023. L'organizzazione sostiene che i regolatori europei abbiano sottovalutato gravemente i rischi dell'operazione, limitandosi ad accettare le misure correttive proposte da Broadcom senza una verifica approfondita. Secondo CISPE, l'acquisizione ha consolidato una posizione dominante nel mercato delle licenze VMware, limitando drasticamente le opzioni disponibili per i fornitori di servizi cloud europei e i loro clienti.
La documentazione presentata al tribunale evidenzia come Broadcom abbia modificato radicalmente le condizioni contrattuali esistenti immediatamente dopo il completamento dell'acquisizione. Le nuove politiche di licensing prevedono aumenti tariffari che possono raggiungere il 1000% rispetto ai prezzi precedenti, accompagnati da obblighi contrattuali pluriennali che molte aziende europee faticano a sostenere.
Le conseguenze immediate per il mercato europeo
La strategia commerciale post-acquisizione di Broadcom ha colpito in modo particolare i fornitori di servizi cloud di dimensioni medio-piccole, molti dei quali sono membri di CISPE. L'azienda americana ha introdotto restrizioni che di fatto escludono questi operatori dalla possibilità di acquistare e rivendere servizi cloud basati su tecnologia VMware. Una mossa che, secondo l'associazione europea, compromette la flessibilità e la sicurezza delle soluzioni cloud "sovrane" sviluppate nel Vecchio Continente.
Maynard ha spiegato che il processo legale richiederà probabilmente tra i 18 e i 24 mesi, con la possibilità che si estenda fino a tre anni per la complessità del caso. Durante questo periodo, la decisione della Commissione rimane valida, ma un'eventuale vittoria di CISPE comporterebbe l'annullamento dell'autorizzazione originale.
La replica di Broadcom e le critiche degli analisti
La risposta di Broadcom alle accuse mosse da CISPE è stata netta: l'azienda "respinge fermamente" le affermazioni dell'associazione europea. Un portavoce ha sottolineato come l'acquisizione sia stata approvata da dodici autorità regolatorie in tutto il mondo, inclusa la Commissione Europea, dopo un esame approfondito. Broadcom si impegna a rispettare tutti gli accordi presi con i regolatori e afferma di continuare a offrire soluzioni migliori per le sfide tecnologiche dei propri clienti.
Dario Maisto, analista senior di Forrester Research, offre una prospettiva più critica sulla situazione. Secondo l'esperto, le politiche commerciali del duo Broadcom-VMware sono oggetto di critiche da tempo, indipendentemente dall'approvazione regolatoria. Le aziende europee stanno subendo gli effetti di aumenti tariffari unilaterali e interruzioni dei servizi che non possono essere ignorati.
Alternative europee in crescita
John Annand, responsabile dell'infrastruttura digitale presso Info-Tech Research Group, presenta un quadro realistico delle dinamiche in corso. Broadcom ha chiaramente privilegiato i propri interessi economici a scapito di partner e clienti, eliminando anche i vantaggi informali precedentemente concessi a specifici fornitori hardware o provider di cloud pubblico. Tutti i partner cloud dell'azienda sono stati sottoposti alle medesime modifiche contrattuali, con i membri CISPE particolarmente vulnerabili per le loro dimensioni ridotte.
L'analista conferma che a partire da ottobre i fornitori cloud europei che non accettano le nuove condizioni di licensing non potranno più vendere prodotti VMware, colpendo direttamente la maggior parte dei membri CISPE. Tuttavia, Annand evidenzia come esistano ancora opzioni per il cloud "sovrano" europeo, citando l'annuncio di Microsoft del "M365 Local" per supportare la sovranità digitale europea, anche se con implementazioni ancora incerte.
La situazione sta creando opportunità inaspettate per alternative europee come Proxmox, che registra un aumento significativo delle richieste di informazioni dopo l'acquisizione Broadcom. Anche aziende come Veem e Datamotiv stanno emergendo come soluzioni per la migrazione delle macchine virtuali, andando oltre le tradizionali funzioni di backup e ripristino. Secondo Annand, mai come ora è stato così semplice migrare da una piattaforma all'altra, aprendo spazi per fornitori europei come OVH, Exoscale, gridscale e Proxmox che potrebbero trasformare questa crisi in un'opportunità di crescita nel mercato continentale.