Diritti TV del calcio: un flop senza precedenti

Lega e Infront sono state costrette a procedere a trattative private con i broadcaster perché le offerte sui diritti TV sono state molto basse.

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a cura di Dario D'Elia

L'asta per i diritti televisivi del calcio è andata male. Così male che la Lega e l'advisor Infront hanno deciso di procedere a trattative private con Sky, Mediaset, Perform, Tim e Italia Way.In pratica il banditore si aspettava una cifra complessiva di 990 milioni di euro, ma le offerte non hanno superato quota 760 milioni. A onor del vero La Repubblica spiega che la Lega Calcio si "accontenterebbe" anche solo di 900 milioni, ma secondo gli addetti ai lavori difficilmente i broadcaster arriveranno a tanto.

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La questione di fondo è che Mediaset avrebbe offerto solo 200 milioni di euro per il pacchetto B, che comprende tutte le partite di serie A del digitale terrestre. Ancora più bassa l'offerta di Italia Way - società collegata all'imprenditore Francesco Di Stefano, il fondatore di Europa 7.

Sky, senza concorrenti diretti, avrebbe offerto più di 500 milioni per il pacchetto A (6 squadre di vertice e due di fascia bassa per la piattaforma satellitare), il pacchetto C (stesse squadre via streaming) e i pacchetti D1 e D2 (12 squadre e diritti accessori). Sul fronte streaming oltre a Sky, sono arrivate le offerte di Perform Group e TIM.

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In sintesi il calcio in TV non sembra essere più il business vincente di un tempo. Tanto più che esiste ancora un'altra opzione sul tavolo che vedrebbe coinvolta la spagnola Mediapro. Sarebbe disposta a prendere tutto per circa 900 milioni e dar vita al Canale della Lega. Il tutto generando un effetto domino sui conflitti di interessi. Perché il partner sarebbe nuovamente Infront e i potenziali clienti licenziatari nuovamente i broadcaster.

A prescindere che si sia appassionati o meno di calcio bisogna riconoscere che il volume di affari correlato oggi condiziona ancora moltissimo le entrate della televisione a pagamento. Il segmento streaming è ancora da esplorare, ma i diritti correlati non possono che essere bassi poiché le future eventuali tariffe dovranno confrontarsi con un concorrente agguerrito che si chiama pirateria.